Chiesta la pena di morte per ‘il genio del male’ dietro gli attentati di Surabaya
Aman Abdurrahman è la guida spirituale di Jamaah Ansharud Daulah (Jad), il più grande gruppo terroristico legato allo Stato islamico (Is) della nazione. È accusato di almeno tre attentati. Egli è riuscito a coordinare gli attacchi dal carcere, dove scontava una precedente condanna.
Jakarta (AsiaNews) – I pubblici ministeri della Corte distrettuale di South Jakarta hanno chiesto la pena di morte per il religioso islamista Aman Abdurrahman (foto), guida spirituale di Jamaah Ansharud Daulah (Jad), il più grande gruppo terroristico legato allo Stato islamico (Is) della nazione. Aman è accusato di aver ispirato diversi attacchi in tutta l'Indonesia negli ultimi anni, compresi i recenti attentati alle tre chiese cristiane ed al quartier generale della polizia di Surabaya (East Java). Nelle ultime azioni terroristiche dei militanti nel capoluogo di East Java, ha perso la vita un totale di 25 persone, compresi tredici attentatori suicidi, tre dei quali morti durante la preparazione di una bomba.
Tra il 2016 ed il 2017, sono almeno tre gli attentati di cui Aman è accusato di essere l’ideologo: l’esplosione e la successiva sparatoria del 14 gennaio 2016 a viale Thamrin (Central Jakarta), in cui hanno perso la vita quattro persone oltre ai quattro attentatori; l’attacco dinamitardo alla chiesa protestante di Samarinda, avvenuto il 13 novembre 2016 e nel quale è morta una bimba di due anni; le bombe al terminal di Kampung Melayu di East Jakarta del 25 maggio 2017, quando sono morti tre agenti di polizia. Tutte queste azioni sono state rivendicate dall’Is. I militanti del Jad sono responsabili anche della violenta rivolta nel centro di detenzione presso il quartier generale della Brigata mobile della polizia nazionale (Mako Brimob) a Kelapa Dua, reggenza di Depok (West Java).
In una corte blindata da 152 membri delle Forze di sicurezza e 30 soldati dell’esercito, questa mattina i pubblici ministeri hanno chiesto la condanna a morte di Aman Abdurrahman, aggiungendo che “nulla nelle indagini induce a pensare ad una condanna più lieve”. Il magistrato Anita Dewayani ha affermato: “L'imputato è un genio del male che ha orchestrato atti di terrore. Egli è il fondatore della Jad, la cui ideologia è contro la Repubblica Unitaria d'Indonesia (Nkri). Ha anche criticato la Pancasila [filosofia pluralista alla base dello Stato] come illecita, sostenendo la necessità e di una guerra contro di essa. Ha istigato l'odio contro lo Stato e motivato i suoi adepti a lanciare attacchi che hanno reclamato vite di persone innocenti”.
L'Istituto per l'analisi dei conflitti (Ipac) di Jakarta definisce la Jad “la più grande fazione dei sostenitori dell'Isis in Indonesia”. L’organizzazione è composta dai seguaci di Aman e di Abu Bakar Baasyir, leader di Jamaah Anshorul Tauhid (Jat). Jad, che significa “Gruppo dei partigiani dello Stato islamico”, era in precedenza un termine generico che si riferiva a chiunque avesse giurato fedeltà al capo dell'Is Abu Bakr al-Baghdadi. Solo in seguito è divenuta la sigla del gruppo formato a Malang nel novembre 2015 da 24 guerriglieri reduci dell’Iraq, che hanno scelto Aman come loro guida.
Aman è stato condannato a sette anni di prigione nel 2004 dopo un fallito attacco terroristico a Depok (West Java) ed è stato rilasciato per buona condotta nel 2008. Poco dopo la sua liberazione, Aman ha collaborato con Baasyir per costruire un campo di addestramento ad Aceh nel 2010, che ha unito i diversi gruppi terroristici, portando ad un'altra pena detentiva di nove anni. Nonostante fosse in prigione, Aman è comunque riuscito a coordinare i più sanguinosi attentati negli ultimi anni in Indonesia.
01/06/2018 08:33