Chiesa pakistana contro le alluvioni: giorno di preghiera e impegno con i musulmani
di Fareed Khan
L’appello dei vescovi pakistani e l’invito alla collaborazione fra cristiani e musulmani. A Faisalabad e a Gojra (dove vi è stato un massacro di cristiani) le due comunità raccolgono insieme fondi e aiuti per gli alluvionati. Le diocesi più colpite: Hyderabad, Multan, Rawalpindi e Quetta. I giovani aiutano i fabbricanti di mattoni che hanno perso case e lavoro. Notizie di discriminazioni.
Islamabad (AsiaNews) – I cattolici del Pakistan hanno osservato ieri un giorno di preghiera per rinsaldare il loro impegno contro i danni causati dall’enorme alluvione che ha colpito il Paese. La giornata di preghiera, come l’organizzazione dell’emergenza, segue a pochi giorni dall’appello lanciato dalla Conferenza episcopale lo scorso 20 agosto.
Mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad e direttore nazionale della Caritas, mette in luce che nella sua diocesi cristiani e musulmani stanno lavorando insieme per raccogliere fondi e aiuti.
La lettera dei vescovi, firmata da mons. Lawrence Saldhana, presidente della Conferenza episcopale, dà la misura del disastro: “Il nostro Paese – si dice – è di fronte al più grande disastro naturale della sua storia. L’enorme alluvione del potente fiume Indo ha portato morte e estesa distruzione – oltre 15 milioni di persone sono state colpite e centinaia di migliaia di case sono state trascinate via dalle acque torrenziali. Noi siamo solidali con coloro che soffrono in questa tragedia nazionale”.
“In questo momento critico di tragedia nazionale – continua – è nostro dovere cristiano stare fianco a fianco con musulmani e indù come fratelli e far fronte alla comune calamità con coraggio e determinazione. Noi, vostri capi religiosi vogliamo mobilitare le nostre limitate risorse facendo il possibile per alleviare le sofferenze di molti sfollati”.
“Noi vescovi domandiamo a tutti i nostri membri a offrirsi e aiutare le persone colpite dall’alluvione con cibo cucinato o con razioni confezionate; provvedere tende o ripari e medicine contro il colera e altre malattie. Chiediamo ai nostri giovani di servire come volontari nei campi di rifugio”.
Mons. Coutts afferma che per quanto riguarda i cristiani, le diocesi più colpite sono quelle di Hyderabad, Multan, Rawalpindi e Quetta, “ma – aggiunge – le piogge torrenziali hanno prodotto Danni alla vita e alle persone in altre diocesi”.
Ieri il vescovo ha presieduto ad un’adorazione eucaristica e una messa nella cattedrale di S. Pietro e Paolo a Faisalabad. Egli sottolinea che nella sua diocesi cristiani e musulmani stanno collaborando per raccogliere fondi e aiuti per i disastrati. Mons. Coutts ricorda che nella sua diocesi vi è la città di Gojra, dove un anno fa è avvenuto un massacro di cristiani.
Jasmine Joseph, la direttrice della Caritas di Faisalabad, confessa che il compito davanti a tutta la popolazione del Pakistan è immenso. Sebbene la diocesi non è stata colpita in modo diretto dalle alluvioni, vi sono molti problemi: i raccolti sono andati distrutti e le case di molti poveri sono crollate.
Jasmine racconta che la Caritas sta cercando di raggiungere il maggior numero di persone. Finora quelle aiutate sono in maggioranza musulmane. “In questo momento il problema non è la fede o la religione, ma l’aiuto alle persone più colpite”.
P. Khalid Rashid, vicario generale di Faisalabad e direttore della Commissione giovanile è impegnato a motivare i giovani a partecipare alla raccolta di fondi e alle operazioni di soccorso. “Distribuiamo gli aiuti alla gente colpita e nello stesso tempo raccogliamo dati sulle situazioni più gravi”, spiega.
“Al momento – aggiunge – i giovani stanno aiutando i poveri che lavoravano nelle fabbriche di mattoni. Le piogge torrenziali hanno fatto crollare le loro capanne e a causa della piena non vi è lavoro. Questi giorni sono davvero aspri per queste persone”.
Dentro questa tragedia, vi sono anche alcune notizie su discriminazioni negli aiuti che avvengono contro cristiani e ahmadi.
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