Chiesa in Giappone: impegno totale per aiutare le vittime dello tsunami
di David Uribe
I vescovi, riuniti in assemblea plenaria, hanno indirizzato un messaggio a tutti i fedeli chiedendo la mobilitazione di tutte le diocesi. “Per questo desideriamo che tutti i sacerdoti, religiosi e tutti i nostri fratelli e sorelle nella fede si uniscano in forma continua e stabile a questo appello che facciamo”.
Tokyo (AsiaNews) – I vescovi del Giappone hanno indirizzato una lettera a tutti i fedeli del Paese, in relazione allo tsunami e al terremoto dell’11 marzo 2011. Il documento si intitola “Verso il recupero dopo la tragedia del terremoto nel Nord-est del Giappone”. “A causa di questa disgrazia - si afferma - sono morte circa 20mila persone, e fino ad ora sono senza numero gli scomparsi. Non smettiamo di pregare così: Dio di profonda misericordia, ti chiediamo di ricevere nelel tue mani tutte le persone che sono morte in questa disgrazia senza poter dire una arola di addio ai loro familiari e ai loro cari. Nello stesso modo ti preghiamo per tutte le famiglie che sono state distrutte per aver perso una persona cara, e che tu conceda loro una speranza sufficient per continuare a vivere e superare questo grande dolore”.
Nel loro documento i vescovi ricordano che il sisma e lo tsunami hanno distrutto case, industrie, campi e porti; il problema dell contaminazione radioattiva è grandissimo, e molte persone “sono obbligate a vivere in rifugi di fortuna,e altri in dimore temporanee in condizioni molto difficili e stressanti. Attualmente non si può parlare di un pieno controllo della contaminazione radioattiva a causa degli incidenti nella centrale nucleare”.
I presuli hanno discusso della situazione nella loro Assemblea, dal 13 al 17 giugno, e hanno deciso di “collaborare con uno sforzo maggiore al recupero di tutte le zone devastate”.
Il documento approvato dai vescovi afferma: “Fino a questo momento la Chiesa cattolica ha indirizzato gli aiuti attraverso la Caritas Japan. Ma senza dubbio, osservando la grandezza del disastro abbiamo deciso che l’aiuto che daremo al recupero sarà d’ora in avanti una forma concreta attraverso tutte le diocesi del Giappone. Per questo desideriamo che tutti i sacerdoti, religiosi e tutti i nostri fratelli e sorelle nella fede si uniscano in forma continua e stabile a questo appello che facciamo”, chiedendo nello stesso tempo “a tutti i nostri fratelli del Giappone e del resto del mondo preghiere e aiuto, e che camminino insieme a noi”.
Nel loro documento i vescovi ricordano che il sisma e lo tsunami hanno distrutto case, industrie, campi e porti; il problema dell contaminazione radioattiva è grandissimo, e molte persone “sono obbligate a vivere in rifugi di fortuna,e altri in dimore temporanee in condizioni molto difficili e stressanti. Attualmente non si può parlare di un pieno controllo della contaminazione radioattiva a causa degli incidenti nella centrale nucleare”.
I presuli hanno discusso della situazione nella loro Assemblea, dal 13 al 17 giugno, e hanno deciso di “collaborare con uno sforzo maggiore al recupero di tutte le zone devastate”.
Il documento approvato dai vescovi afferma: “Fino a questo momento la Chiesa cattolica ha indirizzato gli aiuti attraverso la Caritas Japan. Ma senza dubbio, osservando la grandezza del disastro abbiamo deciso che l’aiuto che daremo al recupero sarà d’ora in avanti una forma concreta attraverso tutte le diocesi del Giappone. Per questo desideriamo che tutti i sacerdoti, religiosi e tutti i nostri fratelli e sorelle nella fede si uniscano in forma continua e stabile a questo appello che facciamo”, chiedendo nello stesso tempo “a tutti i nostri fratelli del Giappone e del resto del mondo preghiere e aiuto, e che camminino insieme a noi”.
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