Chiesa di Macao, ponte fra i cristiani in Cina e le nazioni di tradizione portoghese
Macao (AsiaNews) – Il ritorno di Macao alla Cina, nel 1999, ha permesso ai cattolici di avere molti rapporti con la Chiesa della Cina, raccordando anche Pechino con i molti Paesi di tradizione portoghese (lusofoni). È quanto dichiara ad AsiaNews il vescovo della città, mons. Jose Lai Hung-seng, facendo il bilancio sullo sviluppo della diocesi a 10 anni dal ritorno.
“Macao si trova proprio vicino alla Cina continentale – dice il prelato - per questo la Chiesa di Macao, avendo facilità di contatto con i cattolici in Cina, sente di avere questa responsabilità”.
Dal 2003, quando egli è succeduto a mons. Domingos Lam Ka-tseung, mons. Lai ha visitato già molte volte Pechino e altre Chiese della Cina.
Mons. Domingos Lam, morto il 28 luglio 2009, è stato il primo vescovo cinese di Macao, in 433 anni di vita della diocesi, sempre retta da vescovi portoghesi. Mons. Lam è stato anche uno degli estensori della Basic Law di Macao, la mini-costituzione del territorio, varata il 20 dicembre 2009 in accordo fra Portogallo e Cina.
Mons. Lai, un nativo di Macao, sottolinea che dopo il ritorno, gli scambi con i cattolici cinesi sono divenuti sempre più numerosi, dato che “la diocesi mantiene relazioni cordiali con il governo locale e con le autorità in Cina”. “Il dialogo – continua – permette una profonda condivisione dei valori spirituali cattolici. E i religiosi sono molto impegnati a costruire un clima di pace ed armonia”.
Nel gennaio 2008 si è tenuto in Vaticano un summit sulla Chiesa in Cina. In seguito, mons Lai, insieme a vescovi da Hong Kong e Taiwan, è stato nominato membro della Commissione vaticana sulla Cina. “È bene – commenta – che vi siano vescovi cinesi da questi luoghi, che possono offrire consigli al Santo Padre e ai rappresentanti vaticani”.
Su un possibile ruolo di Macao nei rapporti Cina-Vaticano, il vescovo è schivo: Cina e Santa Sede hanno messo a punto canali di comunicazione a Roma e perciò “non c’è bisogno di passare attraverso Macao”.
La sua visita più recente in Cina è avvenuta il 1° ottobre, per la celebrazione dei 60 anni della Repubblica popolare cinese. Nell’occasione egli ha incontrato rappresentanti dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi. E aggiunge che non ha domandato di poter incontrare i cattolici di Pechino, a causa dell’agenda molto serrata e per le restrizioni di traffico esistenti nella capitale.
Nel 2007, 2008 e 2009 la diocesi di Macao ha organizzato programmi di aggiornamento e scambio con preti dell’Hebei e di altre province della Cina.
Anche dopo il 1999, la diocesi continua a mantenere rapporti con la Conferenza episcopale portoghese: nel Paese europeo vi sono migliaia di cattolici sino-portoghesi (“Macanese”) e di fedeli che parlano in portoghese.
Il vescovo fa notare che l’Unesco ha incluso nella lista dei tesori universali alcune chiese di Macao. Questo “aiuterà la Chiesa di Macao a introdurre la cultura portoghese”. “Questi monumenti – egli dice – manifestano in modo unico la cultura cattolica. In tal modo la Chiesa locale può anche servire da ponte fra la cultura cinese e quella occidentale”.
Mons. Lai incoraggia i suoi seminaristi a studiare la lingua portoghese, anche perché la maggior parte dei documenti ecclesiastici nell’archivio diocesano sono scritti in questa lingua. Il portoghese è ancora una delle due lingue ufficiali di Macao.
Dal 2003 Pechino ha designato Macao come la base per il “Servizio di cooperazione economica fra Cina e Paesi lusofoni”, in particolare con Angola, Brasile, Capo Verde, Guinea Bissau, Mozambico, Portogallo e Timor Est. In tal modo, conclude il vescovo, “possiamo prospettare molti più legami con le Chiese di lingua portoghese”.
Nel 2008 la diocesi di Macao ha ospitato un incontro con i vescovi dei Paesi lusofoni. Nel programma era incluso anche una visita alle Chiese di Zhongshan e Shiqi, entrambe nella diocesi di Jiangmen. I vescovi hanno potuto incontrare anche diversi preti e religiose del luogo.