25/10/2012, 00.00
INDIA
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Chiesa del Kandhamal: dopo i pogrom, segnali di pace tra indù e cristiani

di Santosh Digal
Nel villaggio di Bodimunda, negozianti e tassisti indù boicottavano i cristiani, per timore di multe. Ora non vi è nessuna forma di isolamento. A Dodobali, cinque famiglie cattoliche hanno potuto ricostruire le loro case e fanno parte del consiglio del villaggio.

Phulbani (AsiaNews) - Non solo attacchi e violenze da parte dei nazionalisti indù: da qualche tempo, alcune comunità cristiane del distretto di Kandhamal (Orissa) godono di una ritrovata pace e armonia all'interno della società. A sostenere questo nuovo clima è la Chiesa cattolica locale, che all'indomani dei pogrom anticristiani del 2008 si è attivata per essere al fianco delle vittime, aiutandole a ricostruire le case e a sconfiggere il duro boicottaggio sociale imposto dagli indù.

È il caso del villaggio Bodimunda (Tikabali block). Qui la persecuzione anticristiana è proseguita anche dopo i pogrom, fino alla fine del 2011, in forme - se possibile - ben più invasive. I fedeli della parrocchia Maria Madre di Dio, a Sukananda, raccontano infatti di essere stati del tutto isolati dal resto della comunità. Se un negoziante indù vendeva qualcosa a un cristiano, il commerciante era costretto a pagare una multa. Lo stesso avveniva per tassisti. Se un contadino trasportava sul proprio trattore materiale di un cristiano, veniva sanzionato.

"Dopo due anni intensi - racconta ad AsiaNews fratel KJ Markose, missionario monfortiano e attivista sociale - di preghiere e dialogo, adesso la situazione è cambiata. I cristiani hanno partecipato alle elezioni dell'ultimo Panchayati Raj [governo del villaggio, ndr], e sono parte attiva in tutti i programmi civili e politici della comunità".

Un altro "successo" è rappresentato dal villaggio Dodobali (K Nuagam block), che ospita solo cinque famiglie cristiane. "Durante le violenze del 2008 - spiega il missionario - le loro case sono state bruciate e rase al suolo. Una donna è stata uccisa, tutti gli altri sono fuggiti. Persino dopo i pogrom, queste famiglie non potevano nemmeno immaginare di tornare nel loro villaggio: erano terrorizzati".

Ora invece, grazie all'intervento della Chiesa locale, queste persone hanno potuto ricostruire le loro case e tornare a vivere a Dodobali. Inoltre, partecipano in modo attivo al "gram sabha" (consiglio del villaggio) e a tutte le attività proposte dalla comunità. 

 

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