Chiesa cinese che “resiste” allo strapotere del governo e dell’Associazione patriottica
di Wang Zhicheng
Fedeli e sacerdoti hanno fermato il “rapimento” di mons. Pei, designato a presiedere l’ordinazione illecita di Shantou. Ieri nelle diocesi del Guangdong è stata diffusa la dichiarazione della Santa Sede, accolta da applausi. Ad Harbin da mesi i sacerdoti resistono all’ordinazione illecita del vescovo. Membri della Chiesa sotterranea chiedono al Vaticano di procedere con ordinazioni episcopali per le loro comunità.
Pechino (AsiaNews) – Nel braccio di ferro fra Vaticano e Pechino sulle ordinazioni episcopali illecite, emergono sempre più segni di “resistenza” alle pretese dell’Associazione patriottica (Ap) e del governo di voler determinare la vita della Chiesa perfino negli elementi più religiosi e sacramentali.
La Santa Sede ha apprezzato questa “resistenza” nella dichiarazione pubblicata il 16 luglio scorso dopo l’ordinazione - senza mandato del papa - di p. Giuseppe Huang Bingzhang a vescovo di Shantou, nel Guangdong (v. 16/07/2011 La Santa Sede condanna il vescovo illecito di Shantou; apprezza “la resistenza” di vescovi e fedeli).
Per quella ordinazione era stato precettato come celebrante principale mons. Paolo Pei Junmin di Liaoning. Ma i suoi sacerdoti e i fedeli hanno deciso un sit-in perpetuo di preghiera e di studio nella cattedrale per giorni, fino ad ordinazione avvenuta per evitare che il loro pastore fosse “rapito” e costretto a prendere parte alla celebrazione.
Un altro vescovo è riuscito a nascondersi prima di essere prelevato e trascinato all’ordinazione.
Non hanno avuto la stessa fortuna i quattro vescovi del Guangdong, “rapiti” da rappresentanti del governo e dalla polizia alcuni giorni prima dell’ordinazione di Shantou. Fino a ieri essi non erano ancora liberi di ritornare alle loro diocesi. Ma proprio ieri nelle chiese del Guangdong, i sacerdoti hanno diffuso la dichiarazione della Santa Sede sulla scomunica di p. Huang e hanno esortato i cattolici a rimanere fedeli al papa. La gente ha accolto le omelie con decisi battimani.
Un’altra eroica resistenza sta avvenendo ad Harbin. Qui, secondo voci che si susseguono da mesi, dovrebbe avvenire l’ordinazione illecita di p. Giuseppe Yue Fu Sheng. In previsione della sua ordinazione, l’Ap l’aveva già eletto vice-presidente dell’Ap nazionale lo scorso dicembre (v. 09/12/2010 L’Assemblea patriottica cinese vota la sua leadership. Un grave danno per la Chiesa).
Ma questa ordinazione viene di continuo rimandata per la resistenza dei sacerdoti della diocesi di Harbin che non vogliono un vescovo che si mette in opposizione al papa. Secondo fonti di AsiaNews, “il candidato, p. Yue, sarebbe pronto e voglioso, ma i suoi sacerdoti minacciano di fargli il vuoto attorno”.
Membri della Chiesa cattolica sotterranea sono “addolorati” per quanto sta avvenendo nella Chiesa ufficiale, soprattutto con le ordinazioni illecite e suggeriscono al Vaticano di procedere a nominare vescovi per le comunità non ufficiali. Da diversi anni, infatti, il Vaticano, sperando in un accordo con il governo cinese, ha fermato ogni ordinazione di vescovo sotterraneo.
La Santa Sede ha apprezzato questa “resistenza” nella dichiarazione pubblicata il 16 luglio scorso dopo l’ordinazione - senza mandato del papa - di p. Giuseppe Huang Bingzhang a vescovo di Shantou, nel Guangdong (v. 16/07/2011 La Santa Sede condanna il vescovo illecito di Shantou; apprezza “la resistenza” di vescovi e fedeli).
Per quella ordinazione era stato precettato come celebrante principale mons. Paolo Pei Junmin di Liaoning. Ma i suoi sacerdoti e i fedeli hanno deciso un sit-in perpetuo di preghiera e di studio nella cattedrale per giorni, fino ad ordinazione avvenuta per evitare che il loro pastore fosse “rapito” e costretto a prendere parte alla celebrazione.
Un altro vescovo è riuscito a nascondersi prima di essere prelevato e trascinato all’ordinazione.
Non hanno avuto la stessa fortuna i quattro vescovi del Guangdong, “rapiti” da rappresentanti del governo e dalla polizia alcuni giorni prima dell’ordinazione di Shantou. Fino a ieri essi non erano ancora liberi di ritornare alle loro diocesi. Ma proprio ieri nelle chiese del Guangdong, i sacerdoti hanno diffuso la dichiarazione della Santa Sede sulla scomunica di p. Huang e hanno esortato i cattolici a rimanere fedeli al papa. La gente ha accolto le omelie con decisi battimani.
Un’altra eroica resistenza sta avvenendo ad Harbin. Qui, secondo voci che si susseguono da mesi, dovrebbe avvenire l’ordinazione illecita di p. Giuseppe Yue Fu Sheng. In previsione della sua ordinazione, l’Ap l’aveva già eletto vice-presidente dell’Ap nazionale lo scorso dicembre (v. 09/12/2010 L’Assemblea patriottica cinese vota la sua leadership. Un grave danno per la Chiesa).
Ma questa ordinazione viene di continuo rimandata per la resistenza dei sacerdoti della diocesi di Harbin che non vogliono un vescovo che si mette in opposizione al papa. Secondo fonti di AsiaNews, “il candidato, p. Yue, sarebbe pronto e voglioso, ma i suoi sacerdoti minacciano di fargli il vuoto attorno”.
Membri della Chiesa cattolica sotterranea sono “addolorati” per quanto sta avvenendo nella Chiesa ufficiale, soprattutto con le ordinazioni illecite e suggeriscono al Vaticano di procedere a nominare vescovi per le comunità non ufficiali. Da diversi anni, infatti, il Vaticano, sperando in un accordo con il governo cinese, ha fermato ogni ordinazione di vescovo sotterraneo.
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