Chiesa birmana “felice” per la vittoria di Aung San Suu Kyi e la regolarità del voto
Yangon (AsiaNews) - La Chiesa cattolica birmana è "felice" per il regolare svolgimento delle elezioni suppletive in Myanmar del primo aprile, che hanno decretato il trionfo della Lega nazionale per la democrazia e il successo personale di Aung San Suu Kyi, eletta con oltre l'80% dei consensi personali. Oggi la Commissione elettorale birmana (Uec) ha annunciato che 40 dei 45 seggi vacanti vanno al movimento di opposizione democratica, mentre si attendono ancora i risultati degli altri cinque mancanti. Tuttavia, fonti della Nld si dicono sicure del successo negli altri quattro collegi in cui era presente il loro candidato. Intanto il presidente Thein Sein, a margine del vertice Asean in Cambogia, si congratula per il regolare svolgimento del voto "condotto in un modo davvero positivo".
Nel primo intervento pubblico dopo il voto, la Nobel per la pace ha parlato di un "trionfo del popolo" che potrebbe dare inizio a una "nuova era" nella storia del Myanmar (clicca qui per il filmato). La "Signora" invita al contempo i birmani a mantenere un atteggiamento di moderazione, perché "le parole, le azioni e i comportamenti possono ferire e amareggiare le altre parti" e per questo il popolo "deve assolutamente evitarli".
Interpellato da AsiaNews sull'esito del voto, l'arcivescovo di Mandalay sottolinea di essere "felice" per l'esito delle elezioni e le modalità di svolgimento. "Dall'inizio della campagna elettorale - spiega mons. Paul Zingtung Grawng - era chiaro l'amore della gente per Aung San Suu Kyi; si sapeva che, se le elezioni fossero state libere e giuste come promesso, questo sarebbe stato il risultato". Il prelato aggiunge che "tutto il popolo nutre molta speranza nella 'Signora', e auspica possa contribuire al progresso della nazione". Per mons. Paul la Chiesa può contribuire a "fornire le fondamenta per realizzare una nazione solida", soprattutto nei settori "della sanità e dell'istruzione", anche perché "Aung San Suu Kyi chiede a tutti, minoranze religiose ed etniche, di contribuire in modo attivo alla costruzione del Paese".
Mons. Francis Daw Tang, vescovo di Myitkyina, nello Stato settentrionale Kachin, parla di "momento importante" per tutti i birmani, anche se proprio in tre distretti Kachin non si è votato per problemi relativi alla sicurezza, secondo quanto affermato dalle autorità birmane. "I civili non sono stati certo felici - dichiara il prelato ad AsiaNews - anche se la situazione non era così problematica" da rimandare la tornata elettorale. "Il mio auspicio - aggiunge mons. Francis - è che tutti questi nuovi politici che entrano in Parlamento possano lavorare per il bene del Paese e della popolazione Kachin. Questo voto può rappresentare davvero un'occasione per la pace e il miglioramento" in un'area teatro da mesi di scontri fra milizie etniche ed esercito governativo. Secondo le ultime fonti sarebbero ancora 60mila i profughi che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni.
Fonti di AsiaNews all'arcivescovado di Yangon, a condizione di anonimato, confermano l'importanza delle elezioni, ma avvertono che "pur restando ottimisti, bisogna vedere cosa farà il governo" perché "possono succedere tantissime cose". Se gli scenari futuri restano difficili da delineare, resta comunque la soddisfazione "per aver potuto scegliere liberamente dove vogliamo andare": anche se i seggi sono solo 45 su oltre 600, "il cambiamento è visibile in Parlamento" e "sarà importante". "La Chiesa birmana è vicina ad Aung San Suu Kyi - aggiunge la fonte - e siamo felici per la sua vittoria". (DS)