Chief minister del Tamil Nadu: I dalit cristiani siano uguali a quelli indù
Mumbai (AsiaNews) - "I dalit cristiani devono essere trattati al pari dei dalit indù, sikh e buddisti e godere dei diritti sanciti dalle legge sulle caste". È quanto affermato da J Jayalalitha, chief minister del Tamil Nadu, in una lettera ufficiale inviata il 9 agosto scorso al primo ministro indiano Manmohan Singh, chiedendogli di discutere la questione in Parlamento. La donna viene da una famiglia di brahmini (i sacerdoti, ovvero il gradino più alto secondo il sistema indiano delle caste, ndr) ed è di religione induista.
Lo stesso giorno a New Delhi le comunità cristiana e musulmana hanno osservato il Black Day - dinanzi alla chiesa del Sacro cuore - per ricordare il 10 luglio del 1950, data in cui venne approvato la Costituzione sulle Scheduled Caste (Sc). In base all'art. 3, la legge riconosce diritti e facilitazioni di tipo economico, educativo e sociale solo ai dalit indù, con quote di posti di lavoro assegnati nella burocrazia. In seguito, nel 1956 e nel 1990, lo status venne esteso anche ai fuoricasta buddisti e sikh, escludendo cristiani e musulmani.
"Le tensioni sociali generate dallo status squilibrato tra dalit indù e cristiani - sottolinea la Jayalalitha nella lettera - sono solo peggiorate nel tempo e il senso di alienazione tra le comunità di minoranza è cresciuto".
Secondo un nuovo studio genetico, più di 4500 anni fa le popolazioni del nord e del sud del continente indiano iniziarono a mescolarsi tra loro, ma questi scambi si interruppero circa 2mila anni fa, periodo in cui - secondo l'indagine - sarebbe sorto il sistema delle caste. Dopo l'indipendenza (1947) e con la stesura della Costituzione, questa stratificazione gerarchica è andata svuotandosi dell'antico significato. Tuttavia, spesso ancora oggi i dalit (i fuoricasta) sono considerati "intoccabili" e rappresentano il gradino più basso della società.