19/04/2013, 00.00
CINA
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Chiedono che i membri del Partito rivelino le loro ricchezze: 8 arresti

di Wang Zhicheng
Avvocati e attivisti espongono striscioni e fanno petizioni on-line domandando che tutti i membri del Comitato centrale pubblichino la lista delle loro ricchezze. Una richiesta già fatta da Hu Jintao e da Xi Jinping. Per la polizia del regime essi sono una "minaccia all'ordine pubblico". Ma il problema della corruzione del Partito resta.

Pechino (AsiaNews) - Almeno otto persone sono state arrestate per aver chiesto in pubblico che i membri del Partito comunista e le loro famiglie rivelino le loro ricchezze. Tale richiesta è stata fatta in passato dallo stesso Hu Jintao, l'ex presidente, e da Xi Jinping, ma senza alcun risultato (v. Senza democrazia, Xi Jinping non può sconfiggere la corruzione).

Due giorni fa l'avvocato Ding Jiaxi è stato arrestato per "incontri illegali": aveva manifestato in strada domandando chiarezza sui beni finanziari dei quadri. La polizia ha anche perquisito la sua casa e sequestrato i suoi computer e cellulari. La stessa sera di due giorni fa, un altro attivista, Zhao Changqing, è stato arrestato per lo stesso motivo, confiscando i suoi computer, macchine fotografiche e cellulari.

La polizia accusa Ding e Zhao di far parte di un gruppo, il "Movimento dei nuovi cittadini", che chiedono con insistenza la pubblicazione delle ricchezze dei membri del Partito. Da dicembre scorso il movimento ha organizzato una petizione online, in cui si domanda  che i 205 membri del Comitato centrale del Partito rivelino proprietà e conti bancari delle loro famiglie. Finora essi hanno raccolto 7673 firme.

Ding Jiaxi, 45 anni, è un avvocato per i diritti umani. Egli ha difeso persone in casi molto sensibili, come quello di Chen Kegui, il nipote delll'attivista cieco Chen Guangcheng, e alcuni tibetani imprigionati.

Zhao Changqing, 44 anni, è stato uno dei leader del movimento degli studenti in piazza Tiananmen nel 1989, arrestato per sei mesi dopo il massacro. Per le sue attività a favore della democrazia ha subito ancora tre e cinque anni di prigione nel 1997 e nel 2002 per "tentativo di sovversione contro il potere dello Stato".

È dai tempi di Tiananmen che un gruppo di base non sfidava in modo così aperto il cuore della potente struttura del Partito, per combattere la corruzione. L'ironia della sorte è che il nuovo segretario del Partito e presidente Xi Jinping ha fatto una bandiera della sua campagna contro la corruzione dei quadri, anche se finora non si è visto alcun frutto.

Al contrario, lo stato di corruzione nel Partito comunista è andato crescendo sempre più tanto da far rischiare il suo collasso, secondo le parole dello stesso Xi Jinping.

Eppure, proprio prima della sua elezione a segretario del Partito, i media stranieri hanno pubblicato rivelazioni sulla ricchezza della famiglia di Xi (Terre rare, immobili e contratti statali: la famiglia di Xi Jinping vale un miliardo di dollari). Alcuni mesi dopo, il New York Times ha rivelato le ricchezze dell'allora premier Wen Jiabao (Wen Jiabao, una famiglia che vale 2,7 miliardi di dollari).

Nel tentativo di moralizzare il Partito, Xi Jinping ha predicato la sobrietà, proibendo spese eccessive in banchetti e viaggi, ma non passa giorno senza che vengano alla luce nuovi scandali. Oltre a quello di Bo Xilai, ex capo del Partito di Chongqing, e di sua moglie e quello di Liu Zhijun, ex ministro delle ferrovie, nei mesi scorsi è emerso quello di Cai Bin, responsabile dell'urbanistica di Guangzhou. I media hanno rivelato che egli possiede 22 proprietà, del valore di 35,5 milioni di yuan (4,4 milioni di euro). Eppure Cai ha uno stipendio mensile di soli 10mila yuan (1200 euro).

La forte inflazione e il dislivello fra ricchi e poveri spinge le persone ad accusare il Partito di "spolpare" (e non "servire") il popolo.

La campagna del "Movimento dei nuovi cittadini" ha avuto altre vittime: il 16 aprile la polizia ha fermato Sun Hanhui per "assemblea illegale"; il giorno prima ha arrestato Wang Yonghong, anch'egli implicato nel movimento, con l'accusa di "minacce all'ordine pubblico".

Lo scorso 31 marzo a Pechino, nella piazza della Cultura a Xidan, quattro attivisti sono stati arrestati per aver esposto uno striscione che chiedeva la pubblicazione delle ricchezze dei leader. Yuan Dong , Zhang Baocheng , Hou Xin e Ma Xinli sono stati accusati di "assemblea illegale". Hou è stato poi rilasciato, ma gli altri sono ancora detenuti.

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