Chiedendo giustizia, scendono in piazza, per la prima volta, i cattolici di Hanoi
di Nguyen Van Tranh
In 4-5mila, portando in mano candele accese, hanno pacificamente chiesto e pregato per la restituzione dell’edificio che ospitava il delegato apostolico e che fa parte del complesso dell’arcivescovado. La riconsegna del palazzotto, ultimamente usato anche come night club, è oggetto di una petizione alle autorità governative locali.
Hanoi (AsiaNews) – Per la prima volta i cattolici di Hanoi sono scesi in piazza. La notte di Natale (nella foto) 4-5mila persone hanno pacificamente manifestato per chiedere al governo di restituire alla Chiesa l’edificio della Delegazione apostolica, requisito dalle autorità pubbliche ed attualmente usato anche come night club.
Portando candele, i cattolici hanno pregato perché alla fine la giustizia trionfi, come chiede in una lettera pastorale del 15 dicembre l’arcivescovo della capitale, Joseph Ngo Quang Kiet.
Per la restituzione dell’edificio, che fa parte del complesso dell’arcivescovado e della cattedrale, il 23 dicembre è stata anche presentata una petizione alle autorità governative locali. “Spero – dice ad AsiaNews uno studente – che le autorità locali consentano ai problemi sociali della gente. Vogliamo dire la verità, presentando le nostre aspettative secondo la tutela offerta dalla legge vietnamita. Le autorità locali usano terreni ed edifici legalmente dei cattolici per affari o lavoro amministrativo”.
La questione non riguarda, solo l’edificio che era del diplomatico vaticano. “Dopo il 1954 (presa di potere dei comunisti nel Nord Vietnam, ndr) – aggiunge un giovane -proprietà ecclesiastiche, come le chiese di San Paolo, quella De La Salle, il seminario Lieu Giai, la scuola Dung Lac, la Teresa Printing House sono state requisite e trasformare in ospedali o uffici governativi”.
Ad Hanoi si dice che quando il governo prende dei posti, significa che sono “creduti religiosi”. “Pensano – dice ancora - che qualcuno organizza azioni o persone contrarie al governo. Ma noi cattolici svolgiamo solo attività religiose secondo la nostra fede, non facciamo politica contro il nostro Paese”.
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