Chiede il rilascio l’assassino del missionario cristiano Graham Staines
di Nirmala Carvalho
Dara Singh, condannato alla pena di morte poi commutata in ergastolo, ha ucciso il missionario australiano ed i suoi 2 figli piccoli. Ora dice di essere innocente e chiede di uscire dal carcere per curare l’anziana madre.
Delhi (AsiaNews) – Dara Singh, assassino del missionario cristiano Graham Staines, ha chiesto ieri alla Corte suprema indiana il rilascio su cauzione, perché al momento dell’arresto era “l’unica fonte di reddito per la sua famiglia” ed ha “una madre anziana da curare”.
Singh, il cui vero nome è Rabindra Kumal Pal, era stato condannato a morte il 22 settembre 2003 dalla Corte provinciale dell'Orissa. Nella sentenza, l'uomo viene giudicato colpevole di aver guidato l'attacco nel distretto di Keonjhar che, il 23 gennaio 1999, aveva portato alla morte del missionario australiano Graham Staines, bruciato vivo insieme ai suoi figli di 7 e 9 anni mentre dormiva in una macchina. La Corte aveva anche imprigionato 12 uomini definiti suoi complici.
L'Alta Corte dello Stato orientale ha commutato il 19 maggio del 2005 la sentenza di Singh in ergastolo ed ha rilasciato 11 degli altri accusati. Il 19 ottobre del 2005, la Corte Suprema dello Stato ha inoltre accettato il ricorso di Singh, che chiede una riduzione della pena.
Nell’istanza presentata alla Corte Suprema, l’omicida – che fa parte di un gruppo di nazionalisti indù – dice di essere “totalmente innocente” e definisce la sua pena “ingiusta, perché basata su prove circostanziali e testimonianze non direte”.
Babu K. Varghese, cristiano, ha scritto “Bruciato vivo”, un libro-tributo alla vita ed all’opera del missionario. Intervistato da AsiaNews, commenta la richiesta di scarcerazione: “La pena di morte va comminata non a lui, ma alla cultura dell’odio che impernia la nostra società. Certo, Singh chiede pietà ma non ricorda il male che ha fatto e la pietà che non ha avuto”.
L’assassino “dice di voler curare la madre anziana, e questo è ammirevole, ma non ha pensato alla madre a cui toglieva 2 figli piccoli, quando ha dato fuoco a quella macchina. In ogni caso, lo considero un uomo consumato dall’ideologia dell’odio propagandata dalla mentalità hindutva”.
Quello che serve realmente “è una trasformazione dell’uomo, che deve prendere esempio dalla sua vittima [che per 34 anni ha curato i lebbrosi indiani ndr] e divenire strumento di amore e tolleranza. Gladys e Esther Staines, mogli e figlia del missionario, mi hanno detto che continuano a pregare per questo”.
Proprio la moglie, intervistata alcuni mesi fa da AsiaNews, aveva ricordato di “aver perdonato Dara Singh, perché nel perdono non c’è amarezza ma solo speranza”. Questa forza, aveva aggiunto, “deriva solo da Cristo, l’unico che mi dà la forza di andare avanti”.
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