Chiara Lubich mi disse: Dio ha grandi progetti per il popolo cinese
Milano (AsiaNews) - La vita di Chiara Lubich è stata senza dubbio una “divina avventura”. Era iniziata come risposta totalitaria di una giovanetta cristiana all’Amore infinito che le si era manifestato pur fra gli orrori dell’ultima Grande Guerra nei precari rifugi anti-aerei della sua Trento.
Contemplando il modello ineguagliabile di questa donazione totale, Gesù crocifisso e abbandonato, Chiara aveva scoperto che, nonostante le apparenti contraddizioni, è l’Amore di Dio che costruisce la storia umana attraverso la nostra libera risposta d’amore. Il suo prodigarsi per i più abbandonati era stata la logica espressione di questa risposta amorosa, e aveva sentito il bisogno di gridarlo a tutti, con la vita prima che con le parole. Non aveva disegni suoi, ma guardava allo “spartito” scritto in Cielo. E Dio le ha spalancato davanti il mondo.
Sono passati quasi 60 anni da quando io ebbi la grazia di incontrare a Roma questa eccezionale esperienza. Da giovane sacerdote missionario fui subito colpito dal contagioso entusiasmo di quanti, nell’Ideale di Chiara, avevano trovato la piena realizzazione del loro impegno cristiano. Partendo poco dopo per Hong Kong, Chiara mi assicurò che quella missione era anche sua.
Passarono pochissimi anni e il Movimento giunse anche in Asia, nelle Filippine e ad Hong Kong. E lei stessa accompagnò personalmente la crescita di questi germogli di nuova vita cristiana con diverse visite.
Gli sviluppi dell’Opera di Maria sono stati una delle espressioni più significative del soffio di rinnovamento portato nella Chiesa attraverso il Concilio Vaticano II. La forza di questo soffio è apparsa in tutto il suo splendore con l’esperienza del centro ospedaliero costruito dai Focolarini a Fontem, nel Camerun, che diede nuova vita a delle tribù in via di estinzione. E da quella esperienza, su indicazione di Chiara, nasceva anche una nuova ondata di annuncio missionario, che partiva dalla base, da un contagioso amore vicendevole.
Negli oltre 180 Paesi dove è oggi presente il Movimento iniziato da Chiara Lubich, sono coinvolti attivamente oltre due milioni di persone. Sono gente impegnata non solo a lavorare per la Chiesa cattolica, perché è sempre viva anche la vocazione universale, che Chiara attinse dal Vangelo fin dall’inizio. E’ significativo che siano oltre 350 le Chiese e comunità ecclesiali non cattoliche che hanno accolto e che vivono la sua esperienza evangelica.
Ed è ancora più significativo che Chiara sia stata invitata a condividere il suo ideale cristiano nei più qualificati consessi del mondo ebraico, come fra i musulmani, i buddisti e gli indù. Tanto che ci sono oggi circa 30 mila membri di religioni non cristiane che non esitano a identificarsi con gli ideali umani ed etici proposti dall’Opera di Maria (è questo il nome ufficiale del Movimento dei Focolari).
La mia vocazione missionaria è stata rafforzata dall’esperienza dei Focolarini. E non sono pochi i miei confratelli , che oggi lavorano in Asia e in altri continenti, la cui vocazione è nata o è stata rafforzata dal loro contatto ed esempio.
Il Pontificio Istituto Missioni Estere, che è sorto con una particolare vocazione per l’evangelizzazione dell’Asia e Oceania, ricorda quest’anno il 150° anniversario del suo arrivo in terra cinese, ad Hong Kong. Penso sia di buon auspicio l’amore che Chiara ha sempre espresso per la Cina, a cui si riferiva come la “Terra Promessa”. Essa mi ha ripetuto più volte la sua convinzione che Dio ha dei grandi disegni sul popolo cinese. Possa ora la sua intercessione affrettare la realizzazione di questi disegni.
06/02/2021 13:14