Chi inquina perde i finanziamenti bancari
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le ditte non in regola con le norme antinquinamento non avranno finanziamenti bancari e dovranno restituire quelli già ricevuti. Lo ha annunciato ieri Pan Yue, vicedirettore dell’Amministrazione statale per la protezione dell’ambiente (Sepa), d’accordo con la Commissione regolatrice delle banche cinesi. Anche la Banca del popolo di Cina invita le banche a promuovere il finanziamento di industrie non inquinanti.
Xua Guang, dirigente Sepa, osserva che in questo modo le imprese avranno un incentivo anche economico a “migliorare la loro condotta”. Il sistema bancario avrà accesso ai dati della Sepa, che nel 2007 ha pubblicato una “lista nera” di oltre 6mila industrie inquinanti tra cui primarie imprese statali, come la China National Offshore Oil Corp. e la Beijing Shougang.
Finora i pur decisi interventi della Sepa non hanno ottenuto risultati diffusi, poiché i funzionari locali spesso non applicano la politica di Pechino contro le imprese inquinanti, al punto che Zhou Shengxian, direttore della Sepa, ha riconosciuto, durante un incontro ufficiale, che nel 2007 l’inquinamento delle acque è peggiorato, le industrie inquinanti sono aumentate e ci sono stati almeno 65 disastri ambientali, come le alghe verdi che hanno coperto i laghi Tai, Chao e Dian privando milioni di persone dell’acqua potabile.
Sul sito web della Sepa Pan ammonisce che la crescita industriale “ha spinto le risorse e l’ambiente cinese vicino a un punto ‘di rottura’ e minaccia in modo grave la vita quotidiana della popolazione. I tradizionali metodi amministrativi non possono risolvere i molti problemi ambientali che si sono accumulati”. “Le fabbriche ancora scaricano sostanze inquinanti come azoto e fosforo, che favoriscono la crescita delle alghe”.
Gli effetti degli interventi della Sepa sono spesso neutralizzati dopo poco tempo dalle autorità locali. Intanto il 3 luglio la Sepa ha denunciato 38 industrie che non rispettano le norme per gli scarichi industriali nei corsi d’acqua. Alcune, come la China Mangniu Dairy (maggior produttore nazionale di latte), sono accusate di operare da anni senza avere mai compiuto accertamenti sulle conseguenze ambientali e adottato conseguenti misure antinquinanti. Ma molti rispondono che questi problemi sono “allo studio” e che operano “in collaborazione” con competenti uffici pubblici.
Alla Anhui Conch Cement, maggiore produttore di cemento del Paese, è stato detto di fermare alcune produzioni a Wuhu (Anhui) che sono prive della prescritta approvazione ambientale. Zhang Mingjing, dirigente della ditta, risponde che si tratta solo di una irregolarità amministrativa e si dice sicura che la produzione riprenderà a giorni dopo una nuova ispezione. (PB)