Chen inizia lo sciopero della fame e i suoi sostenitori programmano proteste pubbliche
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – L’ex presidente taiwanese Chen Shui-bian, in carcere da due giorni con l’accusa di corruzione per 14,8 milioni di dollari di Taiwan (Td, meno di 358mila euro), riciclaggio e altro, ha iniziato ieri uno sciopero della fame in protesta contro quella che definisce una persecuzione politica che vuole compiacere la Cina, sua tradizionale avversaria. Intanto l’Alta Corte di Taiwan ha confermato la condanna di suo genero Chao Chien-ming a 7 anni di carcere e 30 milioni di Td, per insider trading.
Il suo avvocato Cheng Wen-long dice che l’ex presidente nega le accuse e contesta la carcerazione, avvenuta dopo che la procura indaga da molto tempo. Intanto riceve solidarietà dal suo Partito democratico progressivo, la cui presidentessa Tsai Ing-wen commenta che le modalità del suo arresto – Chen è stato portato via davanti a tutti, con le manette ai polsi; in protesta ha alzato le braccia per meglio mostrarle, ripreso dalla televisione, è stato messo a bordo di un’auto scortata da almeno altri 20 veicoli - sono state “un insulto verso i suoi sostenitori” e un modo per aumentare i dissidi politici. Critica i giudici per avere rivelato ai giornalisti particolari delle indagini in corso e l’attuale presidente Ma Ying-jeou (che è succeduto a Chen a maggio) “che deve assumere la piena responsabilità per quanto è accaduto”.
Chen è stato portato via da centinaia di poliziotti per prevenire proteste dei suoi sostenitori, in attesa fuori del palazzo di giustizia dove è stato prima interrogato per 11 ore. Ora i suoi seguaci programmano manifestazioni di protesta, con probabilità per domenica davanti al carcere Tucheng, poco fuori Taipei.
Analisti osservano che l’arresto di un ex presidente è, invece, prova della grande democrazia dell’Isola. Notano che accuse di gravi reati hanno colpito anche suoi collaboratori e familiari quando ancora era in carica. Il suo principale collaboratore Chen Che-nan è accusato di corruzione e oggi l’Alta Corte di Taiwan ha confermato la condanna del genero Chao (nella foto) per insider trading (l’acquisto di titoli azionari avvalendosi di informazioni riservate) che gli ha portato profitti illeciti per oltre 100 milioni di Td (2,42 milioni di euro). Nel dicembre 2006 il tribunale l’ha condannato a 6 anni, ma la pena è stata inasprita in appello. Può impugnare la nuova condanna.