Chen Guangcheng: “In pratica, sono ancora in galera”
All’associazione è arrivato un video girato dalla moglie dell’attivista, nel quale Chen (un avvocato non vedente) denuncia lo stato di detenzione illegale nel quale si trova nella sua casa nella provincia dello Shandong: “Sono semplicemente passato da una cella molto piccola a una più grande”.
Il video, caso rarissimo, è stato recapitato alla Ong da un funzionario statale di Pechino che appoggia le battaglie di Chen. Nel video, il dissidente cinese e sua moglie, chiedono al popolo cinese e alla comunità internazionale di “lavorare insieme per una Cina più giusta, nella quale ci sia giustizia. Continueremo le nostre battaglie nonostante le minacce brutali”.
Lo scorso 9 settembre Chen è uscito di prigione dopo 4 anni di carcere: era stato condannato con l’accusa di “distruzione intenzionale di proprietà e disturbo del traffico”. In realtà, l’avvocato è nel mirino delle autorità per il suo indefesso lavoro a difesa delle donne contro gli aborti forzati, frutto della politica della pianificazione familiare (la famigerata “legge sul figlio unico”) in vigore in Cina sin dagli anni Settanta.
La sua principale attività si è svolta nella provincia dell’Henan, dove è riuscito a denunciare e impedire aborti forzati e sterilizzazioni compiute dalle autorità locali per la pianificazione familiare. Chen ha operato per anni sia nelle aule dei tribunali che sulle strade, arrivando a essere una delle persone più note e amate di tutto il Paese. Dal 13 settembre, pochi giorni dopo l’uscita dal carcere, di Chen non si avevano più notizie. Per la sua liberazione si era pronunciata anche il Segretario di Stato americano Hillary Clinton.