Centrali energetiche ferme per la mancanza di carburante
Nel Paese che giace su enormi riserve di petrolio numerose centrali elettriche hanno fermato la produzione. Ministro Waheed: i Paesi confinanti non rispettano i contratti. Ma terrorismo e corruzione fanno la loro parte. La popolazione racconta: per noi, un giorno di festa quando c’è corrente elettrica per almeno 10 ore di seguito.
Baghdad (AsiaNews) – Numerose centrali elettriche in Iraq hanno fermato la produzione in mancanza di carburante. La situazione, paradossale per un Paese che si estende su enormi giacimenti petroliferi, contribuisce ad aumentare i già frequenti balckout che si verificano su scala nazionale. Della crisi il ministro iracheno per l’Elettricità, Kareem Waheed, accusa le nazioni confinanti, che “non hanno onorato” i contratti di rifornimento di carburante. Lo riporta il quotidiano iracheno online Azzaman.
L’Iraq, ricco di petrolio, importa la maggior parte del suo fabbisogno di carburate con costi che viaggiano nell’ordine di centinaia di milioni di dollari all’anno. Le raffinerie di petrolio irachene hanno capacità anche fino a 700mila barili al giorno. Al momento, però, lavorano ben al di sotto delle loro possibilità. Non solo per i mancati approvvigionamenti dall’estero, ma anche a causa di attacchi terroristici, sabotaggi, scarsa manutenzione e corruzione.
Waheed ha di recente compiuto un viaggio in Kuwait nel tentativo di firmare con le autorità locali un nuovo contratto per l’importazione di carburate, la cui produzione nel Paese del Golfo è ormai in stallo. Lo stesso ministro ha ammesso che numerose centrali elettriche sono del tutto ferme.
Blackout energetici sono quotidiani in tutto il Paese. La corrente elettrica – raccontano alcuni iracheni nella Piana di Niniveh - c’è solo per due ore al giorno e quando se ne può usufruire per almeno 10 ore, quella diventa una giornata di festa. Quando arriva la luce si sente la gente urlare dalla gioia: “Luce, luce!”. D’estate con 50 gradi all’ombra senza possibilità di condizionatori o frigoriferi per conservare gli alimenti, infezioni e contagi si diffondono rapidamente soprattutto tra i bambini. E d’inverno la mancanza di riscaldamento costringe a condizioni di vita disumane.
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