Cento milioni d’indiani al voto. Un test per governo e opposizione indù
Sei Stati rinnovano i governi locali. Banco di prova per il Congress party in vista delle elezioni politiche dell’anno prossimo. Il partito del primo ministro Manmohan Singh cerca conferme contro i nazionalisti indù del Bjp. Scontri e tensioni con i gruppi maoisti nel Chattisgarh. Allerta sicurezza per le votazioni in Jammu e Kashmir previste per il 17 novembre. Tra i candidati anche alcuni cristiani che cercano spazio in difesa delle minoranze.
New Delhi (AsiaNews) - Sono circa cento milioni gli indiani chiamati alle urne dal 14 novembre al 4 dicembre per rinnovare i parlamenti di sei Stati. Si tratta di un banco di prova per il Congress party (Cp) del primo ministro Manmohan Singh, chiamato all’ennesimo confronto con il Bharatiya Janata Party (Bjp). Il partito d’ispirazione induista è all’opposizione nel parlamento centrale dell’Unione, ma al governo in diversi Stati del Paese.
La sequenza delle tornate elettorali è aperta dalle votazioni nel Chattisgarh (14novembre) cui seguiranno Jammu e Kashmir (17 novembre), Madhya Pradesh (27 novembre), Delhi (29 novembre), Mizoram (2 dicembre) e infine Rajasthan (4 dicembre). Secondo il sistema elettorale i risultati delle urne di cinque dei sei Stati sono attesi per l’8 dicembre, un discorso a parte vale per il Jammu e Kashmir dove il responso elettorale arriverà il 28 dicembre.
L’apertura delle urne nel Chattisgarh è stata preceduta da scontri a fuoco tra la polizia e gruppi maoisti, presenti anche in altri dodici Stati indiani. Timori di azioni violente sono legate anche all’attività di gruppi militanti islamici e alla forte presenza di sostenitori del Bjp nella regione. Molti degli Stati coinvolti in questa tornata elettorale sono a rischio sicurezza. Su tutti il Kashmir dove da tempo sono in azione gruppi di separatisti in aperta guerra con New Delhi.
Le elezioni registrano inoltre il tentativo di guadagnare visibilità e spazio da parte di alcuni esponenti di minoranze religiose ed etniche. Due politici cristiani sono candidati nel cartello elettorale che cerca di scalzare il Bjp dal governo del Madhya Pradesh. Durante la campagna elettorale è sorta inoltre una nuova formazione a difesa dei diritti delle minoranze religiose. L’India minority front è nato nella capitale a inizio novembre e si aggiunge all’elenco delle sei formazioni di ispirazione cristiana già presenti nel Paese. Si tratta di realtà minori, con base nel sud dell’India, non ancora capaci di raggiungere una diffusione tale da poter essere incluse tra i partiti riconosciuti a livello nazionale.
Gli analisti parlano già di risultati abbastanza prevedibili. Secondo Nadendla Bhaskara Rao, direttore del Centre for Media Studies, “il Congress pagherà l’innalzamento dei prezzi in alcuni Stati, mentre il Bjp dovrà fare i conti con problemi locali”. Il Cp dovrebbe mantenere il governo di Delhi e strappare il Rajasthan al Bjp. Il partito induista non dovrebbe invece avere problemi a confermarsi nel Chattisgarh e nel Madhya Pradesh. Dalle urne non dovrebbero uscire maggioranze assolute per le assemblee dello Jammu e Kashmir. Un discorso a parte infine merita lo stato del Mizoram dove dovrebbe tornare al potere la formazione locale del Mizo National Front.
Alcuni osservatori di politica interna affermano che un buon risultato del Cp potrebbe spingere il partito guidato da Sonia Gandhi ad anticipare le elezioni politiche a febbraio. In caso contrario il Congress party attenderebbe il termine dei cinque anni di governo per il rinnovo del parlamento.
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