28/07/2004, 00.00
COREA DEL SUD - ISRAELE
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Centinaia di sud-coreani protestanti marceranno per la pace in Israele

Il governo li aveva invitati a rinunciare per allarme attentati contro i cristiani

Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Circa 600 sud-coreani protestanti sono partiti per Israele, dove terranno una marcia per la pace e un raduno, malgrado il monito del governo a desistere, per timore di possibili attentati terroristici contro cristiani.

Il gruppo – composto da fedeli appartenenti a diverse chiese protestanti - ha programmato per l'evento – "Gerusalemme 2004" - un raduno e una marcia per la pace nella città santa e in alcuni territori palestinesi, dal 7 al 12 agosto.

Choi Paul, uno degli organizzatori del pellegrinaggio, ha detto che a causa dell'allarme terroristico lanciato dal Ministero degli esteri sud-coreano, il meeting si terrà al chiuso e il tragitto della marcia sarà più breve di quanto prestabilito (1,5 km invece di 5): "Con la cooperazione dei governi israeliano e palestinese, terremo in altissima considerazione l'incolumità dei partecipanti".

Secondo un funzionario del Ministero degli esteri, i pellegrini visiteranno Paesi del Medio oriente e dell'Asia centrale come Siria, Giordania, Uzbekistan e Tajikistan, prima di entrare in Israele. Il funzionario non ha fornito ulteriori particolari, ma ha incaricato le ambasciate nei Paesi mediorientali a prestare particolare attenzione alla sicurezza dei connazionali, chiedendo anche la collaborazione di Israele.

A seguito del sequestro e dell'assassinio di Kim Sun-il il mese scorso a opera di militanti musulmani, il governo sud-coreano aveva chiesto la cancellazione della marcia per la pace, per timore di attentati terroristici contro missionari cristiani e sta tentando di scoraggiare i sud-coreani a visitare l'Iraq e i Paesi limitrofi.

Il 22 giugno, il gruppo terroristico Tawhid wa al-Jihad (Unificazione e guerra santa) ha decapitato Kim, 33 anni, dopo che la Corea del Sud ha confermato l'invio di altre truppe in Iraq. Ma lo scorso 20 luglio, il gruppo ha anche fornito una motivazione religiosa alla decapitazione del giovane, pubblicando un messaggio sul proprio sito web: "Abbiamo ucciso un infedele che tentava di propagare il cristianesimo in Iraq". Questo infedele ha studiato teologia e si preparava a diventare missionario nel mondo islamico".

La Corea del Sud ha pianificato di inviare ulteriori 3mila truppe il prossimo mese, diventando il più numeroso membro delle forze di coalizione dopo Stati Uniti e Gran Bretagna. (MR)

 

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