Centinaia di ragazze avvelenate a scuola. Sospetti e dubbi su radicali islamici
Kabul (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di ragazze, studenti di una scuola superiore nella provincia settentrionale di Takhar, sono state avvelenate in pochi giorni. Le autorità sospettano che gli autori siano islamici radicali contrari a che le donne ricevano l'educazione.
Gli avvelenamenti sono avvenuti in tre casi successivi. L'ultimo è accaduto ieri, in cui 43 studentesse della Bibi Hajira High School di Taloqan, la capitale della provincia, si sono sentite male per ragioni sconosciute e dopo che molte sono svenute, sono state portate all'ospedale.
Quattro giorni prima, nella stessa scuola, la stessa cosa è avvenuta per 120 studentesse e tre loro insegnanti. La scuola Bibi Hajira ospita 3mila studenti.
La polizia sospetta che gli autori abbiano usato una polvere velenosa e che siano dei musulmani radicali contrari all'educazione di donne e ragazze. Le autorità hanno aperto un'inchiesta e hanno prelevato campione di sangue dalle ragazze per verificare la sostanza che ha provocato l'avvelenamento.
Durante il regime talebano in Afghanistan (1996-2001), tutte le scuole femminili erano state chiuse. Dopo la caduta del loro regime, sono state riaperte, ma nelle zone sotto la loro influenza avvengono incidenti, incendi e ferimenti di ragazze studenti.
Ieri i talebani hanno negato di essere all'origine dell'avvelenamento, come pure della distruzione di scuole femminili nella regione.
Dopo un trattamento, tutte le ragazze sono state dimesse dall'ospedale.
Proprio il fatto che le ragazze tornino a sentirsi bene dopo un breve trattamento, e la mancanza di prove certe su sostanze velenose, spinge alcuni esperti a pensare che più che di avvelenamento, si tratti di paura per possibili rappresaglie dei talebani che crea un'isteria di massa.
Tempo fa 200 studentesse di una scuola nella provincia di Khost si sono sentite male. Alcuni medici della Nato hanno fatto dei test sulle ragazze, ma non hanno trovato alcun segno di avvelenamento da aria, acqua o altro materiale.
Secondo il sociologo Robert Bartholomew, tutti questi incidenti sono parte di un "più largo panico sociale creato dalla paura verso gli insorti talebani".
27/09/2017 08:40