20/11/2024, 10.12
IRAQ
Invia ad un amico

Censimento in Iraq. Card. Sako: partecipare è ‘un dovere nazionale’

In programma oggi e domani la rilevazione della popolazione, appuntamento cruciale per stabilire i rapporti tra le diverse comunità. Non si era più svolta dal 1997 a causa delle guerre. Nel lanciare l’appello il porporato ricorda le centinaia di migliaia di iracheni “che vivono nei Paesi vicini” e che “la diversità è un punto di forza”. Timori fra i curdi di una “politicizzazione” del processo.

Baghdad (AsiaNews) - “Con l’avvicinarsi della data del censimento generale della popolazione dell’Iraq, dopo una interruzione che si è protratta per 27 anni, e data la sua importanza” il card. Louis Raphael Sako “invita i cristiani a partecipare attivamente a questo importantissimo dovere nazionale”. È quanto scrive il porporato, in un messaggio pubblicato sul sito del patriarcato caldeo, in previsione di un evento a lungo atteso e che si svolge in una due giorni carica di significato. Proprio per questo, prosegue il messaggio della massima autorità ecclesiastica del Paese, esorta a “collaborare con la squadra incaricata di effettuare questa indagine sulla popolazione”. 

Il censimento nazionale in programma oggi e domani, passaggio cruciale per il futuro della nazione, è stato indetto lo scorso settembre dal premier iracheno Mohammed Shia Al-Sudani, nel contesto di due giornate di coprifuoco per garantire la regolarità delle operazioni. In precedenza, l’ultimo rilevamento si era tenuto nel 1997 e aveva riguardato 15 province del Paese, escludendo le tre a nord che costituivano la regione autonoma del Kurdistan dove non mancano ancora oggi elementi di criticità e polemiche. 

“Avevamo sperato - prosegue la nota del card. Sako - che questo censimento includesse migliaia di iracheni che vivono nei Paesi vicini, compresi 100mila cristiani, e aggiungesse un paragrafo sull’affiliazione nazionale”. “La diversità - osserva - è un punto di forza, non una differenza”. Per questo il porporato conclude dicendo di aspettare “con impazienza l’accuratezza l’onestà e l’integrità del team responsabile del rilevamento e dei cittadini nel fornire informazioni corrette”.

In passato il conteggio della popolazione veniva effettuato di norma ogni 10 anni, ma dal 1997 un nuovo conteggio è slittato più volte, in particolare nel 2010 quando i preparativi sembravano avviati, a causa di guerre, conflitti interni, violenze jihadista e la lotta per il controllo dei territori. Il censimento, in una nazione dai fragili equilibri come quella irachena, è un esercizio complesso e delicato, dal cui esito possono dipendere le ripartizioni del potere. Esso, infatti, determina seppur indirettamente le quote settarie ed etniche basate sulla distribuzione della popolazione. Inoltre, svolge un ruolo significativo nel conflitto in corso tra il governo federale e il Governo regionale del Kurdistan (Krg) sulle appartenenze demografiche in regioni contese come quella di Kirkuk, ricca di petrolio.

E proprio dal fronte curdo nel nord giungono in queste ore appelli e richiami preoccupati per il timore di una “politicizzazione” del processo, con l'obiettivo di influenzare il volto della regione. Dara Rashid, ministro della Pianificazione del Kurdistan, avverte circa il pericolo di uno stravolgimento delle quote e della rappresentanza in Parlamento, anche perché all’esito del censimento è legata la parte riservata nel bilancio federale e il numero di rappresentanti a Baghdad. Vari partiti locali hanno invitato i curdi fuori dall’Iraq a ritornare nelle loro città e villaggi originari e a partecipare al rilevamento, soprattutto nelle aree contese, con l’obiettivo di presentare un quadro chiaro della presenza curda e garantirne i diritti. E non sono mancate richieste di rinvio, come quella di Fahmi Burhan, capo dell’Authority, che giustifica l’appello con la mancata risoluzione della questione delle aree contese tra Erbil e Baghdad, coperte dall’articolo 140 della Costituzione. Domande peraltro respinte al mittente dal governo e dal premier Al-Sudani.  

Le autorità regionali non esitano in molti casi ad accusare quella federale irachena di lavorare per arabizzare le regioni curde, guidate dal Governatorato di Kirkuk, la regione contesa più importante di tutte, data la ricchezza petrolifera del suo territorio. Secondo le accuse, i partiti dominanti a Baghdad starebbero inoltre lavorando per limitare le conquiste della regione del Kurdistan e trascinarla sotto l’autorità del governo centrale. Il censimento della popolazione in Iraq ha un carattere più sensibile e complesso rispetto ad altri Paesi del mondo, dato che non è legato solo ai dati economici, di sviluppo, di servizi e al livello di benessere della società, ma anche al sistema politico basato sulle quote tra sette ed etnie. Nel tentativo di rispondere alle preoccupazioni curde, a inizio mese Baghdad ha approvato la richiesta del Governo regionale del Kurdistan (Krg) di condurre il censimento in base al luogo di origine dei residenti anziché in base al loro attuale luogo di residenza.

Sempre legato al censimento, vi è infine il tema degli iracheni della diaspora, quanti coè negli ultimi decenni sono fuggiti all’estero a causa delle violenze o per trovare nuove opportunità. Un elemento significativo per le diverse componenti della nazione, ma anche e soprattutto per la minoranza cristiana spesso perseguitata. Un elemento rilanciato da un cristiano a commento dell’appello del card. Sako sulla pagina del patriarcato caldeo: “Il governo iracheno - scrive Raymond George - avrebbe dovuto includere in questo censimento milioni di iracheni fuori dall’Iraq, sparsi in tutto il mondo. Questo censimento è distorto e sospetto perché comprende anche un consistente aumento di stranieri, introdotti dai vari governi dopo il 2003”, data dell’invasione Usa che ha portato alla destituzione di Saddam Hussein. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Iraq, card. Sako: se Roma tace a rischio il futuro dei cristiani iracheni
19/09/2023 12:15
Il card. Sako costretto a lasciare Baghdad trasferendosi a Erbil
17/07/2023 11:38
I buddisti indiani respingono il censimento religioso
10/06/2005
Nuovo attacco contro i cristiani a Mosul, uccise due sorelle
12/11/2008
Mons. Warduni: I cristiani irakeni non sono cittadini di serie B
11/11/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”