Cenere e lapilli, terza eruzione per il Monte Merapi
Jakarta (AsiaNews) – Il monte Merapi (Central Java) ha iniziato questa notte la terza eruzione, considerata la più violenta dal suo risveglio avvenuto lo scorso 26 ottobre, costato la vita a 35 persone. A Yogyakarta, capitale del distretto, e nelle città più vicine al vulcano le nubi di cenere e la pioggia di lapilli hanno oscurato il cielo, gettando nel panico la popolazione compresi i soldati e i poliziotti delle squadre di soccorso. I vulcanologi affermano che vi saranno altre eruzioni nei prossimi giorni.
Secondo l’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri naturali sono oltre 47mila i rifugiati ospitati nei campi profughi organizzati dal governo locale. A Muntilan oltre 1000 persone hanno trovato rifugio nei locali messi a disposizione dalla Chiesa. Due persone hanno perso la vita nel fuggi fuggi provocato da una nuova eruzione del vulcano Merapi nella notte. Lo ha riferito Trisno Heru Nugoro, portavoce dell'ospedale Sardjito, mentre la tv ha mostrato gli sforzi dei soccorritori per far allontanare dalla zona a rischio i residenti, alcuni dei quali restii ad andarsene. Il Merapi, che in lingua locale significa montagna di fuoco, è alto 2.968 metri ed è considerato uno dei vulcani esplosivi tra i più pericolosi al mondo, per le sue nubi ardenti che possono sviluppare temperature fino 1000 C° e raggiungere la velocità di 500 Km/h.
Sacro per gran parte della popolazione locale, il vulcano ha segnato la storia della popolazione dell’isola di Java. Le ricerche di Reinut Willem van Bemmelen, geologa olandese, hanno dimostrato che nel X secolo la civiltà di Java venne spazzata via da una forte eruzione, costringendo i successivi imperi a risiedere nella parte Est dell’Isola lontana dal vulcano. L’esplosione più devastante è nell’epoca moderna risale al 1930 e ha fatto oltre 1500 morti. L’ultima eruzione è avvenuta nel 2006 ed è costata la vita a due persone.