Cede la tregua, scontri fra manifestanti e polizia in Thailandia
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – È durata poco la tregua fra polizia e manifestanti, asserragliati da giorni nella zona del distretto governativo per chiedere le dimissioni del premier Samak Sundaravej. Gli scontri sono divampati oggi in seguito al tentativo delle forze dell’ordine di eseguire un ordine della procura thailandese, che intimava ai manifestanti di abbandonare gli edifici occupati. I dimostranti hanno reagito alle cariche della polizia, la quale non ha ancora adottato “tutti i mezzi disponibili” per scacciare le decine di migliaia di esponenti del People’s Alliance for Democracy (Pad).
I manifestanti invocano le dimissioni del Primo ministro accusato di essere un “fantoccio” nelle mani dell’ex premier Thaksin Shinawatra in esilio a Londra, che, affermano, trama da lontano per trasformare la monarchia in una repubblica. Non si hanno al momento notizie di feriti, mentre sembra che le forze dell’ordine abbiano eseguito 15 arresti e siano riuscite ad aprire tre varchi di accesso agli edifici governativi.
Ieri il capo del governo aveva annunciato di “non voler ricorrere all’uso della forza” per disperdere i manifestanti, accusandoli al contempo di volere “un bagno di sangue” nel Paese e di appoggiare “un nuovo colpo di Stato da parte dei militari”. Dal canto loro, gli attivisti del Pad hanno ribadito che abbandoneranno gli edifici occupati solo nel momento in cui il premier Samak “annuncerà le proprie dimissioni”. Il Primo ministro ribatte che è stato eletto in maniera “legittima” in seguito alla tornata elettorale dello scorso dicembre e, secondo alcuni analisti, godrebbe ancora oggi dei consensi della maggioranza dei thailandesi.