18/05/2010, 00.00
IRAN
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Cautela e attesa nel mondo arabo per l’accordo sul nucleare iraniano

Tacciono per ora i governi e la stampa appare su posizioni prudenti. Erdogan dice che si dovrebbe fermare il procedimento per nuove sanzioni contro Teheran. La Cina plaude all’intesa. Ma Occidente e Russia appaiono diffidenti, Teheran infatti dice che continuerà ad arricchire uranio. Anche Israele, ufficialmente, tace.
Beirut (AsiaNews) – Cautela e attesa nel mondo arabo, sostanziale diffidenza in Occidente, plauso in Cina. Sono le prime reazioni internazionali all’accordo annunciato ieri da Teheran, Ankara e Brasilia (nella foto:i leader dei tre Paesi) che prevede l’invio in Turchia di una parte dell’uranio iraniano, da arricchire al 20% (quindi per scopi sanitari e di ricerca). L’intesa mira, come sostenuto dal premier turco, Recep Tayyip Erdogan, e detto dalla televisione iraniana, a fermare il procedimento all’Onu per un indurimento delle sanzioni contro Teheran per il suo programma nucleare.
 
Stati Uniti, Europa e Gran Bretagna hanno, con minime differenze di toni, evidenziato la “parzialità” dell’accordo, in quanto, secondo quanto detto dal ministro degli esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, il suo Paese non fermerà il processo di arricchimento in atto nelle sue centrali atomiche. “Non c’è rapporto tra l’accordo e le nostre attività di arricchimento”, ha aggiunto Ali Akbar Salesi, capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica. Ciò malgrado, per la Casa Bianca, l’accordo potrebbe rappresentare “un passo positivo”, anche se non elimina le “gravi inquietudini” internazionali verso il nucleare iraniano e non ferma il procedimento per le nuove sanzioni. Analoghe le considerazioni espresse per l’Unione europea da un portavoce di Catherine Ashton e dalla Russia.
 
Del tutto negative le prime reazioni israeliane, anche se, secondo Haaretz, l’ufficio del Primo ministro e il Ministero degli esteri hanno dato istruzioni a tutti i funzionari collegati alla questione del nucleare iraniano di non rilasciare alcun commento e che una risposta ufficiale verrà data nei prossimi giorni. Gerusalemme, in concreto, aspetta di vedere le reazioni occidentali.
 
Opposta la reazione dei cinesi, notoriamente riluttanti all’idea di nuove sanzioni nei confronti di uno dei loro principali fornitori di petrolio e gas. L’ufficiale Xinhua ha dato notizia del “benvenuto” all’accordo espresso dal ministro degli esteri Yang Jiechi.
 
Nel mondo arabo, mentre i governi appaiono voler prendere tempo prima di esprimersi, anche i media appaiono generalmente cauti. Al Jazeera cita John Large, definito “un esperto nucleare indipendente”, secondo il quale “la Turchia non è un Paese nucleare e quindi non ha industrie per l’arricchimento né, naturalmente, per lo stoccaggio. L’accordo dovrebbe avere garanzie in termini di sicurezza del trasporto e dello stoccaggio”. Il libanese L’Orient Le Jour, citando esperti, scrive che “l’accordo pone gli occidentali in una posizione imbarazzante, perché è difficile respingere un accordo negoziato da Brasile e Turchia, loro alleati essenziali”. Analogamente, il saudita Arab News nota che “l’accordo va al cuore delle preoccupazioni internazionali sulle attività atomiche di Teheran”. A Dubai, infine, Gulfnews afferma che “osservatori dicono che l’accordo potrebbe essere una tattica dilatoria messe in atto da Teheran per allontanare più dure sanzioni. (PD)
 
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