Catturato un gruppo terroristico, accusato di lavorare per i siriani
Beirut (AsiaNews) - La polizia libanese ha arrestato quattro siriani, uno dei quali ha confessato di essere tra gli autori dell’attentato dei 13 febbraio di Ain Alak contro due bus: il ministro degli interni libanese, Hassan Sabaa, ha accusato gli arrestati di far parte di un gruppo”che lavora a contatto con i servizi di informazione siriani”. Nell’operazione, la polizia ha reso noto di aver rinvenuto “una grande quantità di esplosivi”, “simili” a quelli usati per le bombe esplose nei bus, nell’appartamento di uno dei sospettati.
Il ministro, che non ha voluto rivelare i nomi degli arrestati, li ha collegati alle bombe che hanno causato tre morti e 23 feriti, esplose su due bus nel quartiere cristiano, alla vigilia della manifestazione per il secondo anniversario dell’attentato che il 14 febbraio 2005 costò la vita all’ex premier Rafic Hariri e ad altre 22 persone. Le bombe nei due bus avrebbero avutolo scopo di spaventare la popolazione, facendo fallire la manifestazione per Hariri.
Gli arrestati farebbero parte di Fatah-Islam, un gruppo radicale controllato dai servizi di Damasco. Ma il movimento, con un comunicato diffuso nel campo profughi di Nahr al-Bared, ha negato ogni addebito, sostenendo che le accuse sono “del tutto costruite”.
Il quotidiano An Nahar sostiene oggi che, secondo sue informazioni, i sospetti avevano documenti falsi che li identificavano come palestinesi e sauditi, oltre che siriani. Lo stesso giornale afferma che l’esercito libanese ha rafforzato i controlli attorno al campo.
Sembra che il gruppo avesse in progetto ulteriori attentati: obiettivi, secondo alcuni una sede del partito cristiano della Falange libanese, forse anche, secondo altri, le forze di pace delle Nazioni Unite.