Cattolici pakistani "vicini alle sofferenze di Cristo"
di Qaiser Felix
Conoscono il dolore che testimoniare la fede in ambiente musulmano può portare con sé. Per prepararsi alla Pasqua, raccolgono fondi per i poveri e fanno penitenza.
Lahore (AsiaNews) – Preghiera e penitenza, ma anche raccolta fondi per i poveri e carità: i cattolici pachistani celebrano così il periodo della Quaresima, che vivono in maniera particolare perché “testimoni delle sofferenze che la fede può portare con sé”.
L’arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence J. Saldanha, spiega ad AsiaNews che “come ogni anno, la Quaresima viene organizzata dalla Caritas nazionale, che distribuisce libretti di preghiera, immagini religiose e scatole per raccogliere le offerte: queste saranno usate per aiutare i poveri, che avranno a disposizione corsi di avviamento al lavoro ed aiuti di prima necessità”.
Inoltre, aggiunge l’arcivescovo, “in questo periodo, vicino alla Passione ed alla Pasqua, sono molto sentite le cerimonie in cui si seguono le 14 stazioni della Via Crucis: i fedeli vogliono sentirsi vicino alle sofferenze di Cristo”. Ogni diocesi “prepara poi la propria ricostruzione del Calvario. Qui i fedeli si riuniscono per pregare, cantare inni e recitare le Scritture”.
Il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, spiega che questa vicinanza alla penitenza del periodo quaresimale si spiega perché “i fedeli pakistani si sentono vicini in maniera particolare alle sofferenze di Cristo: conoscono i dolori umani che testimoniare la fede può portare con sè. Hanno una forte fede, e questa li aiuta ad unirsi con la preghiera ai tormenti subiti da Cristo”.
I cattolici pachistani sono una delle minoranze più colpite dal fondamentalismo islamico del Paese. La legge sulla blasfemia, così come le Ordinanze Hudood, rendono difficile la vita dei pochi fedeli che vivono qui.
Su quasi 150 milioni di abitanti, i cattolici sono 1,2 milioni: di questi, inoltre, l’85 % vive appena al di sopra della soglia della povertà.
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