Cattolici filippini pregano e digiunano contro la legge sul controllo delle nascite
Manila (AsiaNews) - La Chiesa cattolica filippina invita a digiunare e pregare a favore della vita e lancia un appello al parlamento e al Presidente Aquino per discutere ancora una volta il disegno di legge sulla salute riproduttiva (Reproductive Health Bill). La legge prevede multe per chi ha più di due figli e propone la diffusione a tappeto di contraccettivi. Il comunicato giunge dopo l'annuncio del capo di Stato che ieri ha invitato i membri della Camera dei Rappresentanti, appartenenti alla sua coalizione politica, a velocizzare le procedure di approvazione della Legge. Oggi, il card. Luis Antonio Tagle arcivescovo di Manila e altri 15 prelati hanno chiesto ai parlamentari "di scegliere secondo coscienza, dando tempo alle discussioni soprattutto su un argomento che riguarda il futuro di ciascuna famiglia filippina".
Secondo il presidente, il dibattito sulla discussa legge potrebbe terminare entro la prossima settimana. Da ieri vescovi hanno chiesto a tutti i cattolici di pregare e digiunare, finché Aquino non farà un passo indietro. Se approvata, la legge darà il via libera all'utilizzo di pillole abortive e obbligherà l'insegnamento dell'educazione sessuale in tutte le scuole del Paese - comprese quelle cattoliche - senza obiezione di coscienza. Juan Ponce-Enrile, Presidente del Senato, ha però risposto che le pressioni di Aquino non avranno effetto. Per le procedure vigenti, la legge deve passare per tre volte all'esame dell'Assemblea prima di essere votata.
A nome della Conferenza episcopale filippina (Cbcp), Mons. Gabriel Reyes, vescovo di Antipolo e responsabile per la Cbcp della pastorale della famiglia, chiede al governo un'ulteriore consultazione su un tema così delicato: "Chiediamo a tutti i parlamentari cattolici di fare pressioni per un voto nominale, prima di passare a una votazione generale". Attraverso tale sistema, deputati e senatori saranno costretti a motivare il loro voto, consentendo ancora un margine per apporre ulteriori modifiche alla legge. "La popolazione - continua mons. Reyes - ha il diritto di conoscere le scelte dei suoi rappresentanti".
Gli esperti considerano la mossa di Aquino un mero espediente elettorale per aumentare il suo consenso sull'onda positiva iniziata con lo storico accordo di ottobre fra governo e Moro Islamic Liberation (Milf). Il dialogo con i ribelli e il passaggio delle legge sul controllo delle nascita sono in cima all'agenda del presidente e sono state uno dei punti fondamentali della sua campagna elettorale.
Il dibattito sulla Reproductive Health è in corso da quattro anni. La legge rifiuta l'aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare, che invita le coppie a non avere più di due figli, sanziona l'obiezione di coscienza e favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira ha diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori naturali. Il disegno di legge è promosso soprattutto dalle grandi organizzazioni internazionali, come ad esempio Onu e Unicef, che legano l'alto tasso di natalità alla povertà del Paese. I Paesi che non si attengono a tali norme perdono il diritto a ricevere aiuti umanitari. (S.C.)