23/05/2013, 00.00
SIRIA - GIORDANIA
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Cattolici di Giordania marciano in silenzio per il rilascio dei vescovi ortodossi siriani

In duemila ad Amman lo scorso 21 maggio. All'iniziativa hanno partecipato centinaia di persone. La marcia è un messaggio di solidarietà al Patriarcato di Antiochia dei Greco-ortodossi e alla Chiesa siro-ortodossa. Il sequestro di mons. Yohanna Ibrahim e mons. Boulos Yaziji affligge non solo i cristiani, ma anche laici e musulmani.

Amman (AsiaNews) - Con una fiaccolata silenziosa oltre 2mila persone fra vescovi, responsabili delle Chiese cristiane di Giordania e laici cattolici hanno condannato il rapimento di mons. Yohanna Ibrahim e mons. Boulos Yaziji, da un mese nelle mani dei sequestratori, e ricordato p. Michel Kayyal (armeno-cattolico) e p. Maher Mahfouz (greco-ortodosso), i due sacerdoti sequestrati in febbraio. 

In un comunicato, i leader religiosi sostengono che "la permanenza dei due prelati nelle mani dei rapitori fino a questa data è un fatto inaccettabile non solo perché è un attentato alla loro vita, ma soprattutto per lo sgomento e il dolore suscitato fra i fedeli di cui essi erano guide".

Per i rappresentanti delle Chiese giordane entrambi sono "persone di grande capacità intellettuale che amano il proprio Paese e che svolgono la loro missione spirituale con spirito moderato". In questi i due vescovi non si sono limitati a guidare le loro diocesi, ma hanno anche scritto libri dove credenti e intellettuali hanno trovato nutrimento spirituale e stimolo al pensiero. "La loro permanenza nelle mani dei rapitori  - continua il comunicato - arresta anche l'attività di due delle più importanti personalità arabe-cristiane dei nostri giorni".

Per i vescovi la marcia è un messaggio di solidarietà al Patriarcato di Antiochia dei greco-ortodossi, rappresentato dal patriarca Yohanna X Yazij, e alla Chiesa siro-ortodossa, rappresentata dal patriarca Ignatius Zakka I Iwas, espresso nell'invito alla preghiera per queste due Chiese sorelle e per le Chiese nel mondo che con i propri responsabili  non cessano di presentare suppliche e preghiere per la liberazione dei due vescovi. (S.C.)

 

 

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