Cattolici del Karnataka: Il governo viola i diritti di tutte le minoranze
Bangalore (AsiaNews) - Cattolici laici e religiosi del Karnataka ricorreranno alla Corte suprema per fermare l'ennesimo tentativo del governo di violare i diritti delle minoranze nello Stato. Lo annuncia ad AsiaNews mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore e presidente del Karnataka Region Catholic Bishops' Council (Krcbc), scagliandosi contro alcune dichiarazioni del chief minister D V Sadananda Gowda, che rischiano di mettere in ginocchio gli istituti delle minoranze. Il capo del governo ha affermato che lo status di "minoranza" sarà concesso solo a quelle scuole in cui il 75% degli studenti appartiene a una comunità di minoranza. In caso contrario, tali istituti non potranno godere dei privilegi concessi dal Right to Education Act (Rte), la legge che prevede la scuola obbligatoria gratuita per tutti i ragazzi dai 6 ai 14 anni.
In base a una sentenza della Corte suprema del 14 aprile scorso, dal prossimo anno scolastico tutte le scuole pubbliche e private dell'India dovranno riservare il 25% dei posti a bambini e ragazzi poveri. Il tribunale ha escluso da tale obbligo gli istituti delle minoranze che non ricevono aiuti: una simile regola infatti sarebbe stata troppo gravosa per i bilanci di scuole che, in realtà, già accolgono bambini e ragazzi di fasce sociali disagiate. Se la proposta del governo del Karnataka dovesse diventare legge, diversi istituti delle minoranze - soprattutto nelle aree rurali - sarebbero costretti a chiudere: molti infatti non raggiungono il 75% di studenti non indù.
Mons. Moras, che guiderà in tribunale 95 istituti cattolici, diocesani e non, spiega che le autorità giocano sulla definizione di istituti delle minoranze solo per continuare a "perseguitare, intimidire e tormentare" la vulnerabile comunità cristiana. "La Corte suprema - sottolinea - ha già chiarito i vari punti del Rte e la sua sentenza non ha bisogno di essere interpretata. Un istituto di minoranza è tale per la composizione del consiglio scolastico, non in base al numero di studenti".
Il prelato denuncia poi altri tentativi del governo di trasformare il Karnataka in uno Stato del tutto indù: "Le autorità hanno introdotto in molti testi scolastici la parola 'induizzazione' ["saffronization", da saffron, "zafferano", il colore dei nazionalisti indù, ndr] ed elementi della mitologia e della filosofia induista, per plasmare le menti dei più piccoli. Abbiamo contestato anche questa situazione, ma nessuno ha fatto qualcosa. Il governo ha già speso 111 milioni di rupie (circa 1,6 milioni di euro) per stampare i libri".
In questa lotta, spiega il prelato, "non siamo soli: anche diverse comunità sikh e musulmane sono preoccupate. Quella del governo è una lotta contro ogni forma di minoranza: chiediamo solo di vedere rispettati e garantiti i nostri diritti costituzionali".