Cattolici critici per la presenza del presidente vietnamita alle conclusioni del Giubileo
di Joseph Dang
Nguyen Minh Triet è noto per le sue posizioni a favore dell’aborto e responsabile delle violazioni alla libertà religiosa. In passato nessuna autorità civile ha mai parlato in cerimonie religiose. “Come mai l’ateo Triet può dare ‘un’omelia’ in una messa?”. Strumentalizzate le parole del papa per esigere la sottomissione dei vescovi al regime.
Hue (AsiaNews) – La diocesi di Hue ha annunciato che alle cerimonie conclusive del Giubileo della Chiesa vietnamita sarà presente anche Nguyen Minh Triet, presidente della Repubblica del Vietnam. Secondo i media statali egli prenderà la parola e terrà un discorso, insieme ad altri vescovi e allo stesso legato papale, card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.
Proprio ieri la Sala stampa vaticana ha pubblicato la lettera di Benedetto XVI al card. Dias in cui lo nomina inviato speciale per le celebrazioni. Il Giubileo è iniziato il 24 novembre 2009, festa dei martiri vietnamiti, e si concluderà il 4-6 gennaio 2011 al santuario mariano nazionale di La Vang (v. foto). L’anno dei festeggiamenti ricorda i 350 anni dalla fondazione del primo vicariato apostolico in Vietnam e i 50 anni dalla istituzione della gerarchia della Chiesa locale.
Molti cattolici vietnamiti, in patria e all’estero, sono però rattristati che a una cerimonia religiosa prenda la parola il presidente, noto per la sua sfida ai principi morali della Chiesa cattolica (v. aborto). Inoltre, essi vedono il presidente come responsabile di tutte le violazioni alla libertà religiosa che avvengono nel Paese: espropri di terreni, parrocchie e monasteri; violenze fisiche contro i cristiani; manipolazioni delle nomine episcopali.
Alcuni siti internet cattolici ricordano che in passato nessun leader del Sud Vietnam (come Ngo Dinh Diem o Nguyen Van Thieu, entrambi cattolici) hanno mai preteso di parlare alle cerimonie pubbliche. “Come mai – si chiede un sito – l’ateo Triet può dare ‘un’omelia’ in una messa?”.
Il sospetto di alcuni è che l’invito a Triet viene dalle pressioni del cosiddetto “Comitato cattolico di solidarietà del Vietnam”, l’organizzazione nata nel ’75, incaricato di stabilire una Chiesa indipendente.
Per ora non si conosce il contenuto del discorso di Triet, ma i cattolici temono che egli sfrutterà la frase che Benedetto XVI ha pronunciato il 27 giugno 2009, in occasione della visita ad limina dei vescovi vietnamiti. In essa il papa affermava che “un buon cattolico è un buon cittadino”. Stralciata dal suo contesto, la frase è stata usata spesso in questi due anni per esigere dai vescovi e dai fedeli una completa sottomissione alle autorità del regime.
Nella lettera al card. Dias, il papa esprime soddisfazione per l’impegno della Chiesa vietnamita nell’evangelizzazione del Paese, che è capace di portare anche un maggiore sviluppo a tutto il popolo.
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