Catena umana su tutta l'isola: "la Grande Muraglia della democrazia"
Taipei (AsiaNews) Una catena umana lunga quasi 500 km e formata da 1,2 milioni di persone si è distesa lungo l'isola di Taiwan dal porto di Keelong a nord, fino alla provincia di Pingdong a sud. Gli organizzatori della "Hand-in-hand Taiwan Alliance" hanno proposto questo gesto per sensibilizzare il mondo sulla minaccia che sovrasta l'isola controllata da 500 missili della Cina Popolare puntati sull'isola e per richiamare alla convivenza e alla pace fra le due coste dello stretto. La manifestazione è stata appoggiata da diversi leader religiosi.
L'idea della catena umana è stata fortemente voluta anche dall'attuale presidente Chen Shuibian per aumentare le possibilità di essere eletto nelle prossime elezioni presidenziali del 20 marzo. Il partito di Chen Shuibian, il DPP (Democratic Progressive Party), sostiene che il futuro di Taiwan deve essere l'indipendenza, ma la Cina ha sempre minacciato di invadere l'isola "ribelle" se si giunge a dichiarare Taiwan uno stato a sé.
Il successo della manifestazione ha entusiasmato Chen Shuibian: "Sono molto felice, ha dichiarato. Insieme stiamo scrivendo una pagina della storia. Questa è la Grande Muraglia della democrazia di Taiwan". Al successo dell'iniziativa ha contribuito anche la pubblicità fatta dall'ex presidente Lee Tenghui che in questi anni si è sempre più avvicinato alle posizioni del DPP. In precedenza egli faceva parte del Kuomingtang (KMT), che ha dominato la politica di Taiwan fino al 2000.
Anche Lee Tenghui sostiene che i rapporti con la Cina Popolare dovrebbero essere simili a quelli fra 2 stati. Il sostegno di Lee Tenghui a Chen rischia di far spostare voti dal KMT al DPP, portando questi alla vittoria il prossimo 20 marzo.
Il KMT ha sempre sostenuto l'unificazione con la Cina, pur salvaguardando una certa autonomia per Taiwan. Dal '49 ad oggi Taiwan è divenuta una "tigre" commerciale e un paese democratico. La Cina, invece, pur essendo divenuto un gigante economico, ha ancora una struttura politica controllata dal Partito Comunista.
I rapporto commerciali fra le "due Cine" rimangono l'elemento davvero unificante. Nel 2003 gli investimenti taiwanesi diretti in Cina hanno raggiunto un totale di 3,4 miliardi di dollari USA. Nello stesso anno l'interscambio commerciale indiretto è stato di 58,4 miliardi di dollari, mettendo Taiwan fra i primi investitori in Cina. Al momento la Cina continentale ospita 60.623 imprese cinesi finanziate con fondi taiwanesi per un controvalore di 70 miliardi di dollari e 36,5 miliardi di dollari di investimenti effettivi.
Il potere economico di Taiwan, rende la Cina cauta nel suo rapporto con l'isola. Per le prossime elezioni la Cina ha detto di "non voler influenzare in alcun modo" il processo. Ma si è detta profondamente contraria al referendum che si terrà lo stesso giorno. Il referendum, voluto da Chen Shuibian, chiede ai taiwanesi cosa fare per la difesa dell'isola, se la Cina rifiuta di ritirare i missili puntati su Taiwan e se si devono incrementare i dialoghi con la Cina. Al di là della effettiva utilità delle domande, esse rischiano di gettare sulla Cina una luce sinistra e nemica.
30/01/2004
11/02/2021 12:09