Caritas: basta attacchi a civili e operatori umanitari in tutto il mondo
L'organizzazione cattolica condanna gli omicidi di operatori tamil nel nord Sri Lanka, ma anche la condizione dei civili nel sud del Libano, Darfur e Sudan.
Città del Vaticano (AsiaNews) La Caritas Internationalis condanna gli omicidi di operatori umanitari "per mano di gruppi armati", in Sri Lanka come in tutto il mondo: dal sud del Libano al Darfur e al Sudan.
In un comunicato stampa diffuso oggi l'organizzazione cattolica esprime "tristezza e rabbia" per gli attacchi nella ex Ceylon, dove ieri nell'est, altri due operatori umanitari tamil sono stati trovati morti. Già il 6 agosto la Ong per cui lavoravano, Action contre la faim (Acf), aveva dato notizia di altri 15 colleghi giustiziati nel loro stesso ufficio. Nella zona al momento sono in corso violenti scontri fra esercito governativo e ribelli separatisti delle Tigri.
"Insieme alle organizzazioni membri della Confederazione Caritas - dichiara Denis Viénot, presidente della Caritas Internationalis esprimiamo le nostre sincere condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime e allo staff di Acf". "Nella speranza della pace - continua Viénot - vi teniamo nelle nostre preghiere come pure tutti coloro che oggi sono intrappolati nelle violenze del conflitto in Sri Lanka, Medio Oriente, Darfur e altri luoghi di questo nostro mondo".
Lo scorso aprile la stessa Caritas ha subito l'uccisione di due suoi operatori nella penisola di Jaffna, Sri Lanka, in seguito all'esplosione di una mina anti-carro. Le due vittime lavoravano in programmi post-tsunami per bambini e donne nel nord.
Il crescente bilancio di morti tra i civili, impegnati in lavori umanitari, spinge la Caritas a chiedere alla comunità internazionale "di fare di più per assicurare che tutte le parti coinvolte in conflitti armati rispondano agli obblighi previsti dalla legge umanitaria internazionale sulla protezione dei civili e l'accesso ai soccorsi".
Dello stesso parere anche Duncan MacLaren, Segretario generale dell'organizzazione: "Ne abbiamo abbastanza, in troppe situazioni nel mondo la vita di innocenti e di operatori di soccorso è messa in pericolo dal mancato rispetto dei fondamentali principi della legge umanitaria internazionale, che chiede di evitare sofferenze alla popolazione civile".