Caritas di Jaffna denuncia: aiuti bloccati dalla burocrazia del governo
Nel nord segnato dalla guerriglia, da settimane si aspettano tende e generatori bloccati al sud.
Colombo (AsiaNews) Nel nordest dello Sri Lanka il governo ostacola l'arrivo degli aiuti destinati alle vittime dello tsunami. Permessi e pratiche burocratiche rallentano le operazioni di soccorso condotte anche dalla Chiesa cattolica in questa zona del paese in gran parte controllata dai ribelli delle Tigri Tamil. Lo denuncia ad AsiaNews p. C.D. Jeyakumar, direttore della Caritas di Jaffna (Hudec), che si occupa di assistere i sopravvissuti in queste aree, teatro della decennale guerra civile tra governo e separatisti.
P. Jeyakumar ha detto che ritardi e restrizioni da parte delle autorità tengono in sospeso molto materiale inviato dalle Ong e destinato agli aiuti. "Abbiamo difficoltà nel ricevere i soccorsi, perché il governo ci stando problemi spiega il sacerdote da tempo alcuni generatori elettrici donati dalla Francia sono fermi nel sud, ci hanno detto che dobbiamo aspettare una lettera ufficiale e il permesso dalle autorità sanitarie sono due settimane che devono arrivare delle tende ferme al sud". Il sacerdote spiega che senza tende la gente è costretta a continuare a vivere nei campi d'accoglienza, invece di poter tornare nelle proprie terre.
Tra le difficoltà, però, p. Jeyakumar trova conforto nel grande appoggio dato alla Hudec dalle altre Caritas internazionali: "È molto incoraggiante vedere il sostegno che ci arriva da Francia, Germania, Irlanda e Lussemburgo, solo per nominarne alcune".
Secondo l'Hudec nel nord del paese lo tsunami ha lasciato senza casa tra le 150 mila e 200 mila persone. P. Jeyakumar ha detto che i sopravvissuti sono ancora scioccati, tanto che "hanno ancora paura di uscire in mare".
Di recente analisti avevano avvertito che il tentativo del governo e dei ribelli di strumentalizzare per i propri interessi politici le operazioni di soccorso avrebbe cerato problemi alle vittime nelle zone settentrionali. (DV)