Caritas Corea interverrà a favore degli alluvionati nel nord
Daejon (AsiaNews) – È di 221 morti, 82 dispersi e 300mila senza tetto il bilancio delle alluvioni che in questi giorni hanno colpito le zone meridionali della Corea del nord. La stima è stata diffusa dalla Federazione internazionale della Croce Rossa e delle società della Mezzaluna Rossa.
Tra le varie agenzie umanitarie intenzionate ad intervenire in aiuto della popolazione, anche la Caritas Corea. Mons. Lazzaro You Heung-sik - vescovo di Daejon e presidente della Caritas nazionale – ha riferito ad AsiaNews che “proprio oggi in seguito ad una riunione si è deciso di attivare i soccorsi, ora attendiamo di sapere dal nord quali sono i bisogni più urgenti e poi studieremo un piano”.
Secondo i dati ufficiali, l’11% del raccolto di grano (circa 450mila tonnellate) è andato distrutto; le piogge monsoniche particolarmente intense hanno inoltre inondato 100mila ettari di terreni coltivati, si teme quindi per la sussistenza alimentare della popolazione, in un Paese che ha bisogno degli aiuti internazionali per sfamare la sua popolazione. Il World Food Programme ha proposto un programma di emergenza destinato a 500mila persone per la durata di un mese e sta attendendo la riposta del regime nord-coreano.
Circa 46.580 case di 88.400 famiglie sono state distrutte o danneggiate. “Secondo media ufficiali nord-coreani – riferisce mons. You - i nubifragi hanno anche distrutto 800 edifici pubblici, oltre 540 ponti, 70 tratti di ferrovie e almeno un migliaio di veicoli, pompe e motori elettrici”. Kim Sung-gwan, del ministero nord-coreano dell’Energia elettrica ha detto ad una radio di Pyongyang, che i servizi pubblici – bus e metro – della capitale sono stati fortemente danneggiati. Le principali vie di comunicazione, tra cui la strada che collega la capitale a Wonsan, nell’est, è seriamente danneggiata, come riporta l’agenzia sud-coreana Yonhap.
Molti sostengono che il regime del “caro leader” stia gonfiando le cifre per ottenere maggiori aiuti dalla comunità internazionale in un momento positivo per i flebili progressi sulla questione del nucleare e l’imminente incontro con il presidente della Corea del sud. Mons. You fa notare che con Pyongyang “tutto è possibile”, ma è certo che le “piogge sono state abbondanti”. “La causa di queste inondazioni – spiega – è per lo più attribuibile all’uomo. Il Paese è poverissimo e ha un inverno molto freddo: per fare spazio a terreni arabili e ottenere la legna necessaria al riscaldamento si abbattono grandi quantità di alberi ed il disboscamento delle montagne rende il terreno girabile e soggetto a frane”.