Card. Zen: pochi votanti, ma “non è così cattivo” il risultato del voto parziale
di Annie Lam
Le elezioni hanno dato al popolo l’occasione di esprimere una speranza per una vera democrazia. Il segretario della Commissione diocesana giustizia e pace dice ad AsiaNews che l’affluenza è “deludente”, ma i voti hanno offerto una chiara indicazione del sostegno al “referendum per la democrazia”.
Hong Kong (AsiaNews) – La scarsa affluenza per la elezione parziale di deputati, del 16 maggio, sebbene deludente, ha mostrato, a parere del segretario della Commissione diocesana giustizia e pace, la presa di coscienza della democrazia da parte della popolazione e la necessità dell’abolizione delle corporazioni (functional constituency).
Il fatto che la percentuale dei votanti sia del 17,1%, 579mila votanti su 3,24 milioni, dice ad AsiaNews Lina Chan, è “deludente”, ma i voti hanno offerto una chiara indicazione del sostegno alle elezioni parziali, o al “referendum per la democrazia”, che ha offerto alla gente un’occasione per discutere la strada verso la democrazia a Hong Kong.
Le elezioni parziali erano state motivate dalle dimissioni, lo scorso gennaio, di cinque deputati e hanno dato vita a un referendum “geografico”. Tutti loro sono stati rieletti nel Consiglio legislativo. A ostacolare la partecipazione, spiega Chan, la dichiarazione dei funzionari di Pechino della incostituzionalità del referendum e degli alti funzionari di governo e dei partiti favorevoli all’establishment di boicottare le elezioni.
Si sente “un poco dispiaciuto” per il voto anche il cardinale Joseph Zen, tornato da Roma per esprimere il suo voto la mattina presto del 16 maggio. Con AsiaNews, oggi, commenta che la scarsa affluenza ha mostrato che numerosi sostenitori della democrazia non sono andati a votare, “ma il risultato non è così cattivo, tra tanti ostacoli l’attuale numero di votanti non è stato così basso”. Le elezioni parziali, aggiunge, hanno dato al popolo l’occasione di esprimere una speranza per una vera democrazia.
Il capo dell’Esecutivo, Donald Tsang, dopo il voto, parlando a un programma radiofonico ha detto che la bassa affluenza ha mostrato che la popolazione locale non ama i passi radicali per raggiungere gli obiettivi e spera che la società punti ora l’attenzione sull’accordo con il pacchetto delle riforme politiche del governo.
Il governo locale, ora è preoccupato del passaggio, nei prossimi due mesi, del pacchetto di riforma del sistema elettorale per il capo dell’esecutivo e il Consiglio legislativo nel 2012, che amplia gli elementi democratici in preparazione al suffragio universale del 2017 2 2020, rispettivamente per il capo dell’esecutivo e il Consiglio legislativo.
Il cardinale Zen dice di sperare che il progetto del governo sia bloccato, in quanto non ha portato un miglioramento nel processo democratico.
Un’analisi condotta dall’Hong Kong Economic Journal, malgrado la scarsa partecipazione è evidente il desiderio della popolazione locale per una piena democrazia. Potrebbe essere possibile che il progetto governativo sia nuovamente bocciato, come nel 2005. La questione delle riforme politiche, infatti, ha acuito il contrasto tra il governo e i fautori della piena democrazia, rendendo difficile che in futuro il progetto riceva l’approvazione del Consiglio legislativo.
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