02/04/2011, 00.00
INDIA - VATICANO
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Card. Vithayathil: una guida coraggiosa per il bene dei fedeli e della Chiesa in India

di Card. Oswald Gracias
L'arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese dell’India, è morto ieri alle ore 14 (ora locale), al Lissie hospital di Ernakulam (Kerala). Una testimonianza della sua vita di fede e della sua missione.
Mumbai (AsiaNews) – Il card. Oswald Gracias, presidente della Catholic Bishop Conference of India (Cbci), ricorda la figura del card. Varkey Vithayathil. Per il porporato è venuto a mancare “un uomo di profonda fede, una guida coraggiosa, una persona immersa in una vita di preghiera”. Oltre che un caro amico, da oltre trent’anni. Di seguito la testimonianza del card. Gracias.
 
La Chiesa in India è profondamente addolorata per la morte del nostro amato cardinale Varkey Vithayathil. Il cardinale ed io eravamo amici da oltre trent’anni, ancor prima di diventare vescovi. Il card. Vithayathil è stato un uomo di profonda fede, una persona immersa in una vita di preghiera, che credeva nell’amore di Dio e nella provvidenza.
 
Gli ho fatto visita di recente, quando già era malato, per assicurargli le mie preghiere per lui e quelle dell’intera Chiesa.
 
Il cardinale veniva da una famiglia di avvocati: suo padre era un giudice della Corte suprema, lui stesso era dotato di un intelletto acuto – aveva un dottorato in Diritto canonico – e una mente limpida. Egli era anche un amministratore eccellente: ricordo di quando era stato incaricato dalla Santa Sede ad essere Visitatore di un monastero a Bangalore, dove riuscì a risolvere alcune questioni con facilità. Sempre, anche quando ha dovuto prendere decisioni dure, gentilezza e compassione sottolineavano ogni sua azione. “Mi sento molto male al pensiero di ferire qualcuno”, mi diceva spesso.
 
Il card. Vithayathil ha reso un grande contributo alla Chiesa in India. Egli mi ha preceduto alla presidenza della Catholic Bishop Conference of India (Cbci); prima ancora, quando ero segretario generale della Cbci, egli ne era il vice-presidente. In molte occasioni, siamo stati chiamati a prendere decisioni insieme: nel cardinale ho trovato una guida coraggiosa, che non esitava a prendere decisioni forti per il bene della Chiesa.
 
Inoltre, il cardinale era molto stimato e rispettato dalla società civile, per via della sua visione chiara e dell’integrità personale. Ha parlato senza timore in favore della libertà religiosa, citando l’articolo 25 della Costituzione indiana che sancisce il nostro diritto costituzionale a predicare, praticare e diffondere la nostra fede.
 
Egli, poi, ha predicato sempre la Buona novella, ricordando ai fedeli e al clero stesso il loro primo dovere: annunciare il Vangelo.
 
Il card. Varkey Vithayathil è stato un ardente sostenitore del diritto alla vita. In tutte le chiese siro-malabaresi è stata letta una sua lettera, nella quale egli ammonisce i cattolici di non vedere i bambini come un “ostacolo a una vita di piacere”. E notava che “oggi la tendenza a evitare di avere figli cresce tra le coppie, basate sull’egoismo di cercare soltanto il proprio divertimento”.
 
In molte occasioni, il cardinale ha dimostrato una grande devozione per il nostro amato papa Giovanni Paolo II, che l’ha nominato prima vescovo e poi cardinale. Insieme a lui abbiamo preso parte allo storico viaggio del papa in India, nel 1986. Il prossimo 1mo maggio, il card. Vithayathil festeggerà la beatificazione di Giovanni Paolo II dal suo posto in paradiso.
 
Il giorno della sua sepoltura sarà una giornata di preghiera e ringraziamento in tutte le chiese d’India. Voglio esprimere la mia più sincera partecipazione al dolore che affligge la Chiesa indiana in questo momento, e tutti coloro che l’hanno conosciuto e stimato.
 
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
 
 
Il cardinale Varkey Vithayathil era arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei siro-malabaresi. Nato a Parur il 29 maggio del 1927, era il secondo di otto figli. Entrato nella congregazione del Santissimo Redentore (redentoristi), viene ordinato sacerdote il 12 giugno 1954. Dall’anno seguente è a Roma, dove consegue nel 1959 la laurea in Diritto canonico, presso la Pontificia università S. Tommaso d’Aquino. Giovanni Paolo II lo nomina amministratore apostolico del monastero benedettino di Arsivanna, a Bangalore, nel 1990. Vescovo dal 1997, più avanti sarà sempre Giovanni Paolo II a nominarlo arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei siro-malabaresi, nel 1999, e cardinale nel 2001. Nell’aprile 2005 ha preso parte al conclave che ha eletto Benedetto XVI.
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