17/09/2007, 00.00
INDIA
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Card. Toppo: malgrado i fondamentalisti, l'India rispetterà la libertà religiosa

di Nirmala Carvalho
Commentando il rapporto Usa sulla libertà di religione, il presidente dell’episcopato indiano esprime ottimismo sul futuro del Paese, ma grado la preoccupazione suscitata dall’intolleranza dei nazionalisti. Per Dayal nessun partito è esente da colpe.
Ranchi (AsiaNews) - Preoccupazione per le manifestazioni di intolleranza da parte dei nazionalisti indù, ma speranza e fiducia nella capacità della più grande democrazia del mondo di mantenere il fondamentale principio di laicità e, quindi, il rispetto della libertà di religione, “che non è negoziabile” e senza la quale l’India non potrà divenire una vera potenza mondiale. Il cardinale Telesphore Placidus Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana commenta così con AsiaNews il rapporto del Dipartimento di Stato Usa sulla libertà religiosa che, a proposito del suo Paese, afferma che alcuni Stati - nei quali sono al potere il BJP ed i suoi alleati - limitano tale fondamentale libertà.
 
“Come presidente della CBCI – dice - sono preoccupato per le leggi anti-conversione,. Ma, mentre gli elementi fondamentalisti sono motivo di inquietudine, mi dà speranza e suscita ottimismo che questi siano i dolori della nascita dell’India moderna. Questi elementi marginali saranno sempre presenti in un Paese multiculturale, multireligioso, multietnico e pluralistico del XXI secolo, che sta per divenire una potenza globale”. “Ma solo la libertà religiosa può assicurare che la nostra amata patria può raggiungere tale obiettivo”. Recentemente nello Chattisgarh e prima nel Gujarat e nel Rajasthan i governatori hanno respinto gli emendamenti alla legge sulla libertà religiosa, così la Chiesa gode delle garanzie costituzionali dell’articolo 25 sulla libertà di religione. “L’India è un grande Paese ed i nostri padri fondatori l’hanno voluta un Paese laico: noi speriamo e confidiamo nella nostra Costituzione che assicura e garantisce la libertà di religione”.
 
“La Chiesa in India – prosegue il porporato - da 400 anni è testimone del vangelo tra tutte le genti ed è impegnata a favore dei poveri ed emarginati, soprattutto nelle aree rurali: i cristiani sono una minoranza che porta avanti la sua missione senza alcun programma di proselitismo”.
 
“Da parte sua, il governo ha un programma laico, ma dobbiamo renderci conto che gli indù sono oltre l’80 per cento degli oltre un miliardo di indiani e che elementi marginali continuano a violare i diritti religiosi delle minoranze ed a diffondere una falsa propaganda di sospetto e di odio contro i missionari cristiani. Di questo non possiamo accusare il governo, ma dobbiamo accettare questi gesti di persecuzione e pregare per i loro autori”.
 
Quanto all’organizzazione delle violenze, “il Mahatma Gandhi – rileva il cardinale - è stato assassinato da un solo attentatore, ma faceva parte di un gruppo fondamentalista: anche oggi non è spontanea la maggior parte degli attacchi contro le minoranze religiose. Se si arriva a punirli, è solo nei confronti della manodopera di questi crimini, mentre restano normalmente impuniti i mandanti politici e coloro che hanno pianificato e organizzato la violenza”.
 
“I cristiani – nota da parte sua John Dayal, presidente dell’ All India Catholic Union – sono le maggiori vittime delle violazioni dei diritti umani in tutti i Paesi meridionali dell’Asia. In India – aggiunge – in tale campo nessun partito politico è realmente innocente. Il BJP e la sua organizzazione del Sangh Parivar lo sono al massimo, come abbiamo visto in Orissa, Karnataka, Rajasthan, Madhya Pradesh ed altre zone, dove la stessa polizia ha accompagnato i gruppi Sangh in attacchi alle chiese e in altre occasioni”.
 
“Ma – aggiunge in una conversazione con AsiaNews – il Partito del congresso non è meno colpevole. Malgrado la confusa laicità dei suoi principali leader, compresi i ministri, il primo ministro Manmohan Singh e Sonia Gandhi e malgrado gli sforzi della Commissione nazionale per le minoranze, le violenze continuano anche in Stati controllati dal Congress, come l'Andra Pradesh. Il governo dell’Unione, invece, deve assicurare che lo Stato resterà laico e che non incoraggerà la confusione tra religione e politica”.
 
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