Card. Toppo: il secondo Conclave del primo porporato tribale dell’India (scheda)
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il card. Telesphore Placidus Toppo, primo porporato tribale dell'India, è uno dei 49 elettori al loro secondo Conclave. Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003, egli appartiene al gruppo etnico degli Oraon, aborigeni originari degli Stati centrali e orientali dell'India. Dal 1985 è arcivescovo di Ranchi, capitale del Jarkhand, che conta 135.744 cattolici.
Nel suo lavoro pastorale come arcivescovo si ricorda il suo impegno per la promozione sociale dei tribali attraverso progetti educativi; la riabilitazione dei lebbrosi; l'assistenza ai tossicodipendenti.
Dal 2004 a 2008 è stato presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci). In quegli anni in cui ha posto spesso l'accento sulle conversioni al cristianesimo, uno dei pretesti usati dai nazionalisti indù per perseguitare e attaccare i cristiani in India.
Fondamentale, nella sua esperienza personale, il discorso di Benedetto XVI all'università di Regensburg nel 2006, che scatenò forti reazioni per i riferimenti all'islam fatti dal Papa. Il porporato indiano è intervenuto definendo le proteste islamiche, avvenute anche in India, come "fuori luogo", ma anche "indicative, perché riflettono proprio ciò che il Papa ha voluto enfatizzare: solo la ragione e la comprensione che nascono dalla fede conducono al rispetto reciproco e alla pace".
Nel suo messaggio per la 64ma Festa della Repubblica (26 gennaio), caduta in pieno Anno della fede, il card. Toppo ha ricordato l'importanza della Chiesa per il futuro dell'India. "La Chiesa - ha detto - è segno e sacramento di salvezza. L'India può diventare un modello per il mondo, se viviamo vite coerenti nella fede. Questo significa una profonda coerenza tra il conoscere l'insegnamento cattolico con le nostre menti, credervi davvero nei nostri cuori, praticarlo nella nostra vita, proclamarlo con la nostra famiglia e i nostri amici. Questa è la nostra fede, e ognuno di noi ha la responsabilità di onorarla. È attraverso vite coerenti nella fede che condividiamo la responsabilità di trasformare il mondo dentro e fuori di noi".