Card. Toppo: "La nuova legge anti-conversione nel Rajasthan non fermerà la nostra opera"
Con la nuova legge chi è accusato di conversione forzata può essere subito arrestato. Gruppi per i diritti umani accusano lo stato del Rajasthan di voler distogliere l'attenzione dai reali problemi della gente: la mancanza di cibo, vestiti e abitazioni.
Jaipur (AsiaNews) - "La nuova legge non fermerà la nostra opera", ha dichiarato ad AsiaNews il cardinal Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci) dopo l'approvazione di ieri della legge anti-conversione nello stato del Rajasthan. "Questo è il 6° stato dove viene approvata una legge di questo tipo", continua. Negli altri 5 stati, Madhya Pradesh, Orissa, Tamil Nadu, Gujarat e Chhattisgarh la nostra missione non si è fermata e la nostra testimonianza non è diminuita né cambiata. Perché nel Rajasthan dovrebbe essere diverso?".
Il decreto, secondo quanto reso noto dagli amministratori dello stato indiano del Rajasthan, è stato approvato perché le attività di conversione creano problemi. La legge prevede che in caso di accusa di conversione vi sia l'immediato arresto del presunto colpevole prima dell'inizio delle indagini, e non è possibile il rilascio dietro cauzione. Chi è riconosciuto colpevole di conversione forzata o ingannevole dovrà scontare dai 2 ai 5 anni di carcere e pagare una multa che può arrivare fino a 50 mila rupie (1.120 dollari). Secondo il decreto la religione di una persona è determinata dalla religione dei suoi antenati.
"Noi non facciamo conversioni forzate o ingannevoli", continua il cardinal Toppo. "Non infrangiamo i diritti della persona umana, la dignità dell'uomo è al contrario fondamentale nella nostra missione. Il governo può fare quello che vuole ma il nostro lavoro continua. Possono approvare centinaia di leggi e decreti ma questo servirà solo a rafforzare la nostra missione e la nostra vocazione".
"Sono orgoglioso di essere indiano continua il porporato - sono orgoglioso della nostra costituzione che ci riconosce il diritto di mettere in pratica la nostra fede e la nostra libertà di essere cristiani. Siamo cittadini di una grande nazione, perché dovrei preoccuparmi? La libertà di scelta è incastonata nella nostra costituzione, e questo assicura il trionfo della Verità. E nulla è più potente del mistero che la Chiesa celebrerà la prossima settimana. Anche il momento in cui è stato approvato il decreto è simbolico. È l'ultimo venerdì di quaresima che ci introduce alla Settimana santa. Affronteremo questo decreto con la fede".
Molti gruppi a favore della promozione dei diritti umani hanno criticato il nuovo decreto. Padre Cedric Prakash, attivista per i diritti umani, ha dichiarato ad AsiaNews che "la decisione per questa legge in Rajasthan riflette la mentalità che ha l'amministrazione dello stato. Vogliono distogliere l'attenzione da quelli che sono i problemi reali, cioè il cibo, i vestiti, l'abitare, e altri problemi come la mancanza di acqua e la disoccupazione. Una conversione è un problema di coscienza personale e non può essere mai ottenuta in modo ingannevole. Inoltre nel paese vi sono molte leggi più importanti da far rispettare, come quelle del matrimonio fra bambini e l'aborto dei feti femminili. Il governo del Rajasthan dovrebbe pensare a questi veri problemi".
"Abbiamo intenzione di appellarci all'alta corte del Rajasthan e se necessario alla corte suprema", ha aggiunto ad AsiaNews John Dayal, presidente dell'All India catholic union. "Intensificheremo inoltre la campagna contro questo decreto e le altre leggi simili approvate in passato".
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