Card. Tauran a Seoul: “Corea, esempio di tolleranza religiosa”
Il porporato è in Corea del Sud insieme al segretario del Consiglio, mons. Pier Luigi Celata. I due sono arrivati il 23 e ripartiranno il 27 maggio: sono nel Paese su invito della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso. Oltre al presidente della Repubblica, sono previsti incontri con il ministro della Cultura e con il Direttore per gli Affari religiosi.
Nel palazzo presidenziale erano accompagnati dall’arcivescovo di Seoul, il card. Nicholas Cheong Jin-suk, dal Nunzio apostolico mons. Padilla e dal presidente della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso e arcivescovo di Gwangju, mons. Igino Kim. Al presidente, il card. Tauran ha spiegato l’importanza “di creare l’unità - anche politica - attraverso le persone, dato che una vera unione si può raggiungere soltanto scambiando esperienze culturali e religiose. L’organizzazione non basta”.
Da parte sua, il presidente ha espresso “apprezzamento e rispetto” per il lavoro di dialogo interreligioso e per gli scambi che il Vaticano promuove. Inoltre, ha voluto sottolineare che la Corea del Sud è una nazione “dove la pace interreligiosa vive di suo. Non ci sono conflitti neanche interni alle famiglie i cui membri siano di religione diversa”. E rispondendo al porporato sul tema dell’unità, ha concluso: “Se la Corea del Nord si apre alla religione, diverrà un grandissimo aiuto per l’armonia e la riconciliazione della penisola”.