Card. Sfeir: il Libano è in agonia, mentre il mondo sta a guardare
Dopo il massacro di Qana, il patriarca maronita torna chiedere il cessate il fuoco e corridoi umanitari. Attaccata la sede Onu a Beirut. Oggi alle 17 tutte le parrocchie in Libano suoneranno le campane in protesta per il massacro.
Beirut (AsiaNews) - Il Patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha denunciato e condannato il massacro compiuto stamane da aerei israeliani contro la citta di Qana, nei pressi di Tiro, che ha causato la morte di più di 50 civili, tra questi 27 bambini.
Durante la messa presieduta oggi nella sede estiva del patriarcato a Dimane (nord-Libano) il patriarca Sfeir ha detto:"Mi è giunta questa mattina la brutta notizia dell'assassinio da parte di Israele di 50 civili inermi nel villaggio di Qana, un villaggio che già in un passato non molto lontano ha provato l'amarezza della morte e dell'odio, sempre dalle forze israeliani. Rivolgo di nuovo il mio appello, lanciato venerdì scorso insieme a tutti i vescovi maroniti, per un immediato cessate-il-fuoco. Il Libano non è più in grado di sopportare, il nostro popolo è in stato d'agonia mentre il mondo sta a guardare. Il crimine di Qana deve essere condannato da tutti".
Il Patriarca ha ripetuto anche la richiesta di "aprire corridoi umanitari e rispettare la vita di ogni uomo, che è dono di Dio".
Il massacro di Qana, è avvenuto poche ore prima del previsto arrivo in Libano del Segretario di Stato americano Condoleezza Rice. Dopo il massacro di Qana, la Rice ha cancellato la sua sosta in Libano, preferendo rimanere a Gerusalemme. Intanto la tensione a Beirut cresce: stamattina un folto gruppo di persone ha attaccato con pietre e sbarre di ferro la sede centrale dell'Onu. È riuscita anche a penetrare nella sede, rompere finestre gridando slogan contro gli Usa, chiedendo l'espulsione dell'ambasciatore americano Jeffrey Feltman.
In mattinata il vicario patriarcale maronita della diocesi di Sarba, mons Guy-Paul Noujaim, denunciando il nuovo massacro di Qana, ha domandato a tutte le parrocchie di suonare le campane delle chiese alle 17.00 di oggi, come segno di protesta contro il massacro e di solidarietà verso i cittadini del villaggio devastato.