Card. Rosales: esercito e guerriglia entrambi colpevoli di omicidi politici
L’arcivescovo di Manila invita la popolazione a fare ciò che è necessario, far capire alle truppe governative ed ai ribelli comunisti che uccidere è sbagliato. Auspicato inoltre un cambio di mentalità fra le parti in guerra, unico modo per fermare la spirale di violenza che ha colpito il Paese.
Manila (AsiaNews) – Il card. Gaudencio Rosales ha chiesto al governo ed ai ribelli armati di fermare gli omicidi politici nel Paese, ed ha definito entrambe le parti “egualmente responsabili” del massacro in corso.
L’arcivescovo di Manila ha scritto un commento sulla questione, pubblicato oggi sui maggiori quotidiani del Paese, in cui invita a “dire al governo, così come ai ribelli, che uccidere è sbagliato. Non si tratta di un lato solo che è in errore: sono entrambi in torto”.
Il porporato si riferisce alla serie di omicidi insoluti che negli ultimi anni hanno sconvolto il Paese: militari e leader della guerriglia comunista trovati morti senza che nessuno abbia mai aperto un’inchiesta indipendente.
Per il card. Rosales, è ora necessario un cambio di mentalità delle parti coinvolte nello scontro: “Dobbiamo fare ciò che è necessario, dire la verità a chi sbaglia. Ai nostri fratelli che vivono nelle montagne [i ribelli ndr], così come al governo, va fatto capire che uccidere è sbagliato”.
Il governo, guidato dal presidente Gloria Macapagal Arroyo, ha negato di essere il mandante segreto di questi omicidi ed ha intrapreso varie campagne per fermarli e per provare la propria innocenza. Manila è arrivata a chiedere l’aiuto della Comunità europea, che dovrebbe inviare una squadra investigativa per far luce sugli episodi.
l’arcivescovo della capitale ha negato tuttavia che la situazione oggi sia paragonabile agli anni ’70, quando il dittatore Marcos instaurò una legge marziale durata nove anni: “Non è possibile, e non sarebbe neanche giusto, mettere a paragone le due situazioni”.
Secondo il gruppo per la difesa dei diritti umani delle Filippine, il Karapatan, negli ultimi cinque anni sono morti oltre 800 fra militari, ribelli ed attivisti per i diritti umani: altri 200 sono scomparsi. La guerriglia maoista, che lotta per l’indipendenza del sud del Paese da oltre 38 anni, è al momento nelle liste dei gruppi terroristi di Unione Europea e Stati Uniti.
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