Card. Rosales: digiunare per identificarsi con i bambini malnutriti
di Santosh Digal
Per la Quaresima l’arcivescovo di Manila invita i fedeli ad offrire il frutto delle loro rinunce ai bambini affamati; nelle Filippine sono 7,5 milioni i piccoli al di sotto dei 10 anni, che soffrono di malnutrizione.
Manila (AsiaNews) - Dedicare il digiuno di Quaresima ai milioni di bambini malnutriti delle Filippine. È l’invito lanciato ai fedeli dal card. Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila, che ha spiegato come “digiunare è un’opportunità per identificarci con i poveri affamati” del Paese. Il cardinale ha invitato i cattolici filippini a digiunare, come segno di solidarietà con i poveri, in particolare con bambini denutriti: “In questi giorni tenete a mente che per ogni morso di cibo che non mangiate, vi è un bambino che fruga nella spazzatura per riempire il suo stomaco vuoto”.
Secondo stime del Food and Nutrition Research and Institute, nelle Filippine 3 bambini su 10, tra gli 0 e i 5 anni, soffrono di malnutrizione cronica, sono sottopeso e soffrono di disturbi della crescita. In tutto si tratta di 7,5 milioni di bambini di età inferiore ai 10 anni.
“Allo scopo di rendere questo digiuno di Quaresima significativo - aggiunge il cardinale - vi incoraggio a fare offerte all’Integrated Nutrition Programme, destinato proprio ad alleviare le sofferenze di questi piccoli”. Nel Programma - che copre 37 diocesi e vede la partecipazione di 300 parrocchie - rientrano 65mila poveri; nel 2007 si intende estenderlo ad altri 120mila bambini. Il cardinale ha concluso con la speranza che si pratichi il digiuno anche oltre la Quaresima, perchè “i poveri sono sempre tra noi ed è necessario condurre una vita più modesta e offrire di più ai bisognosi”.
Anche il presidente della Conferenza episcopale filippina, mons. Angel Lagdameo, ha invitato per la Quaresima a “guardare alle esigenze dei poveri, degli affamati, degli assetati, tenendo presente che non è importante quanto si dona, ma quanto si è generosi”. L’arcivescovo ha inoltre sottolineato l’importanza che nella preparazione alla Pasqua avvenga un “rinnovamento” dei singoli, senza il quale “non si può sperare in un rinnovamento della nostra società”.
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