25/06/2024, 13.14
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Card. Parolin in Libano: l'assenza di un presidente a Beirut pesa nel Medio Oriente di oggi

di Fady Noun

Il segretario di Stato vaticano ha iniziato una visita di cinque giorni, su invito del presidente dell’Associazione libanese dei Cavalieri di Malta. Ieri alla messa per la festa di San Giovanni Battista ha rinnovato l'appello a "colmare il vuoto di questa voce cristiana che senza dubbio farebbe la differenza" anche rispetto ai venti di guerra che soffiano pericolosamente. Il ruolo della Chiesa nell’assistenza ai bisognosi. 

 

Beirut (AsiaNews) - Su invito di Marwan Sehnaoui, presidente dell’Associazione libanese dei Cavalieri di Malta, emanazione locale dell’Ordine di Malta, il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin è arrivato domenica 23 giugno nel Paese dei cedri per un viaggio ufficiale di cinque giorni, che proseguirà fino al 27 giugno. Denso il programma del porporato, che prevede una visita alle strutture umanitarie dell’Ordine, oltre a incontri con le massime autorità del Paese, con la Chiesa locale e rappresentanti delle autorità religiose musulmane. 

Nella serata di ieri il card. Parolin ha celebrato nella chiesa di san Giuseppe, dei padri gesuiti, la messa per la solennità di san Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza del comandate in capo dell’esercito, il generale Joseph Aoun. La funzione è stata anche occasione per rilanciare le preoccupazioni della Santa Sede per la prolungata vacanza della carica di capo dello Stato, un fatto anomalo e preoccupante. Il Libano, infatti, è senza presidente dal novembre 2022 e tutti i tentativi di elezione sono andati a vuoto per un gioco di potere e veti incrociati interno alla comunità sciita, guidata da Hezbollah, che vuole imporre un proprio candidato. A questo si somma la mancanza di un consenso in seno alla fazione cristiana maronita, alla quale deve appartenere il capo dello Stato come vuole una consuetudine costituzionale.

Nell’omelia della messa celebrata in occasione della festa di san Giovanni Battista il segretario di Stato della Santa Sede si è fatto portavoce, rilanciandole, di tutte le preoccupazioni che agitano il Vaticano al riguardo: “Anche la Chiesa in Libano - ha sottolineato il porporato - deve dare testimonianza, secondo la sua nobile missione di mantenere vivo ed efficace il messaggio del ‘vivere insieme’. A questo proposito, mi permetto di far notare - ha proseguito - che da mesi vi e un grande vuoto. Manca una voce cristiana che senza dubbio farebbe la differenza; manca la voce del presidente del Libano. Questa assenza pesa molto in un momento così grave per tutto il Medio oriente”. “A nome del Santo Padre, con fiducia e speranza, rinnovo questo appello a tutti coloro che hanno una responsabilità, affinché l’elezione del presidente - ha affermato il card. Parolin - possa avvenire rapidamente e il Paese possa ritrovare quella stabilità istituzionale così necessaria per affrontare seriamente le sfide attuali”.

Oltre alla visita all’Ordine di Malta, il programma del card. Parolin prevede una serie di incontri personali con leader politici e personalità del Libano. La voce, che non è stato possibile confermare, è che avrà un incontro con il comandante dell’esercito, l’unica alta figura amministrativa maronita ad oggi in carica in assenza del capo dello Stato. Egli, fra l’altro, è uno dei candidati di consenso alla presidenza della Repubblica, un uomo considerato “unificante e rassicurante”, secondo un esponente maronita del mondo associativo interpellato da AsiaNews che ha chiesto l’anonimato.

Nel frattempo il segretario di Stato Vaticano ha ricevuto in udienza privata anche il deputato Michel Mouawad, proposto come candidato da una maggioranza parlamentare ostile a Hezbollah, che si è rivelata numericamente insufficiente per eleggerlo. Domani, inoltre, sono previsti incontri formali con il presidente della Camera, Nabih Berry, e con il primo ministro uscente, Nagib Mikati.

Diplomazia umanitaria

Ieri il card. Parolin ha visitato anche i centri e le realtà attive nel settore umanitario e gestite dall’Associazione libanese dell’Ordine di Malta, leader indiscusso dell’assistenza sanitaria di base in Libano. Con i suoi 10 centri medici e sociali, negli ultimi quattro anni l’ente cattolico si è impegnato nella promozione di sei progetti “agro-umanitari” per garantire la sicurezza alimentare in Libano. Secondo il porporato, queste realtà rappresentano una risposta alla grave crisi economica attraversata dal Paese dei cedri: oggi, infatti, in Libano l’80% della popolazione vive in condizioni di povertà e di crescente insicurezza.

“Cambiare il volto del Libano”

Concludendo la sua visita al centro per disabili di Chabrouh (Kesrouan), sulle montagne libanesi, il card. Parolin ha pregato che l’azione umanitaria dell’Ordine sia radicata nell’amore e nella gioia cristiana. “In questo modo, saremo in grado di cambiare il volto del Libano” ha concluso il porporato, utilizzando parole che hanno un’ampia eco sia a livello umano che morale, in un Libano immerso nella precarietà economica e in materia di sicurezza.

Ieri il card. Parolin si è recato nel distretto di Zghorta (Libano Nord), visitando nell’arco della giornata un centro agro-umanitario, un centro medico-sociale e una casa per anziani. Nella sua omelia, il porporato ha ricordato ai membri dell’Ordine la loro vocazione religiosa e il fatto che l’azione umanitaria dell’organismo cristiano riflette gli orientamenti della Chiesa cattolica: “Il vostro lavoro - ha sottolineato - non è di natura meramente umanitaria”. Esso si differenzia da tante istituzioni o associazioni, ha aggiunto, “in quanto è un’azione religiosa fondata sulla fede in Cristo”.

Così facendo, il numero due vaticano ha ripreso le parole di papa Francesco. In occasione della Conferenza generale dell’Ordine di Malta (27 gennaio 2024), il pontefice aveva invitato i partecipanti a tenere presente che “non esistono due realtà diverse, quella del Sovrano Ordine di Malta, entità internazionale incaricata di opere di carità e assistenza, e quella dell’istituto religioso”.

Oggi il card. Parolin è ospite a un pranzo in suo onore organizzato dal primate maronita card. Béchara Raï, presso la sede patriarcale di Bkerké. Sono invitati a partecipare anche i patriarchi cattolici e ortodossi orientali e i rappresentanti dei leader religiosi musulmani. Fra i presenti vi sono Sleiman Frangié e Gebran Bassil, in rappresentanza delle Forze libanesi e di Kataeb, il muftì sunnita, il capo dei drusi e delgi alawiti, mentre non si registrano personalità della comunità sciita. Una fonte di AsiaNews riferisce che, durante il pranzo, il porporato ha assicurato che il papa "segue da vicino" l'evoluzione delle vicende libanesi.

In serata, infine, il porporato celebrerà una messa ad Annaya, dove si trova la tomba di San Charbel, e pregherà con i religiosi e le religiose del Libano.

 

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