Card. Oswald Gracias: la nuova evangelizzazione, per riconciliare tutto con Cristo (scheda)
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Riconciliare tutto con Cristo": il motto episcopale scelto dal card. Oswald Gracias racchiude in sé i punti cardine della missione del porporato. È sull'annuncio della Parola di Dio e la difesa della vita e della dignità umana in ogni sua forma, infatti, che il cardinale ha impostato il suo programma, come arcivescovo di Mumbai, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci) e della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc). Un curriculum "a tutto tondo", che abbraccia la dimensione pastorale più profonda, l'ecumenismo e il dialogo interreligioso. Dialogo che, come ha ribadito più volte anche ad AsiaNews, "per noi cristiani non può non passare per l'annuncio della Buona Novella".
Nato a Mumbai il 24 dicembre 1944, il porporato è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI il 24 novembre 2007 e con lui ha sempre condiviso la salda visione teologica e pastorale. Qualche giorno prima di giungere a Roma per partecipare alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (7-28 ottobre 2012), in un'intervista ad AsiaNews ha definito "profetica" la scelta di Benedetto XVI di intitolare il raduno "proprio alla nuova evangelizzazione", pensando alla società indiana "attraversata da una forte irrequietezza, dalla quale solo la pace di Dio può liberare", ma anche alla Chiesa universale, che dall'Asia ha da attingere "una forte spiritualità, un senso di contemplazione, l'importanza della famiglia". Ed è sempre alla nuova evangelizzazione che il cardinale ha pensato immaginando il futuro papa, figura che "continuerà l'eredità di Benedetto XVI", "l'unico modo per affrontare le sfide specifiche di questa epoca: il fanatismo, il materialismo e il relativismo".
Il 14 ottobre 2006 il card. Gracias assume la guida dell'arcidiocesi di Mumbai, una realtà dinamica con oltre 525mila cattolici. Il suo piano pastorale è subito chiaro, come spiegherà ad AsiaNews all'indomani dell'annuncio ufficiale della sua nomina: "Rafforzare la fede della comunità, orientarla di più al servizio della Chiesa, della città e del nostro Paese". Sebbene impegnato anche su più fronti istituzionali, come arcivescovo non farà mai mancare la propria presenza, sostenendo tante battaglie e denunciando spesso "l'emarginazione di Dio conduce a ogni tipo di crudeltà".
Fondamentale, nel suo apostolato, la difesa e la valorizzazione della donna, verso la quale "il disprezzo si esprime in molte forme: aborti selettivi, feticidi femminili, discriminazione, violenza domestica ed emarginazione". Una cultura, quella tradizionale indiana, che lui definisce "del dominio" e che "incarna credenze, valori, tradizioni, regole, norme ideologie che preferiscono gli uomini e i figli maschi", senza rendersi conto che ha "effetti negativi" anche su di loro.
E proprio a una donna, la beata Madre Teresa di Calcutta, egli ha chiesto di intercedere durante il Conclave, per aiutarlo e sostenerlo nel difficile compito di indicare il nuovo papa. Un compito a cui si è preparato "con grande umiltà: ho passato molte ore in preghiera e meditazione per chiedere allo Spirito Santo di istruire il mio cuore a essere strumento della provvidenza e della grazia divina, in modo da poter compiere in maniera piena questo servizio che mi è stato affidato con la nomina cardinalizia".
Oltre alla fondatrice delle Missionarie della Carità, pochi giorni prima di entrare nella cappella Sistina il card. Gracias ha ricordato anche la figura di san Francesco Saverio, sacerdote della Compagnia di Gesù, Apostolo delle Indie e patrono delle missioni e dell'Oriente.