Card. Gracias, violenze sulle donne: A Natale, riportiamo Dio al centro della vita
Mumbai (AsiaNews) - Lo stupro di gruppo di New Delhi è un "terribile esempio del malessere dell'India" e conseguenza "dell'emarginazione di Dio" dalla propria vita. Così il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana, commenta ad AsiaNews il caso di violenza avvenuto il 16 dicembre scorso, che ha sconvolto la società indiana. Oggi la vittima, una ragazza di 23 anni, è stata trasferita in un ospedale di Singapore per proseguire le cure e la riabilitazione. Nell'omelia tenuta per la messa di Natale, il porporato ha parlato delle varie forme di violenza contro le donne, diffuse in tutto il Paese: gli stupri, come quello della giovane o quello subito da suor Meena Barwa durante i pogrom anticristiani di Kandhamal; i feticidi femminili. Secondo l'arcivescovo, contro il disprezzo per le donne e per affermare la pace di Cristo, bisogna "riportare Dio e i valori cristiani al centro delle nostre vite", soprattutto "nel Natale dell'Anno della Fede". Di seguito, pubblichiamo una riflessione del card. Gracias ad AsiaNews.
Il terribile caso di stupro avvenuto a New Delhi è un esempio del malessere della nostra società. Tuttavia, nel nostro Paese non è un episodio isolato. Questo lo rende ancora più spiacevole. La violenza contro le donne esiste ben prima della loro nascita, quando con i feticidi femminili una piccola viene uccisa nel luogo più sicuro [al mondo]: il grembo di sua madre.
Questa violenza contro le donne che avviene in diverse zone del Paese riflette il più profondo disprezzo per le donne, l'inosservanza delle leggi e la diffusione di un sistema criminale di giustizia. Le forze che distruggono la pace sono ovunque: nell'avidità, nella corruzione, nel potere, nella violenza; nel non prendersi cura dei poveri, dei senza tetto, dei migranti e dei disabili mentali; nel mettere a tacere i bambini non nati. I più grandi nemici del Natale non sono solo quelli che non conoscono o non credono in Cristo, ma anche quei cristiani diventati crudeli, presuntuosi, che hanno chiuso i loro cuori ai bisogni degli altri esseri umani.
Questo è conseguenza della "emarginazione di Dio". Stiamo spingendo il Signore dal centro delle nostre vite alla periferia, e a volte Egli non è un fattore di cambiamento. Il Natale è il momento in cui riportare Dio e i valori cristiani [al centro], vivendo il Vangelo di Gesù. Cristo porta la luce affinché noi possiamo vedere oltre il nostro egoismo, al di là del nostro desiderio di avere sempre di più e prendersi cura solo di noi stessi. La nascita di Cristo ci sfida a riconsiderare le nostre priorità, i nostri valori e il nostro modo di vivere.
In questi giorni, giovani, studenti universitari e persone di ogni età stanno protestando contro questo terribile e irripetibile stupro di gruppo. Questo caso ha catturato l'attenzione di tutta la nazione per la natura orribile di questo spregevole crimine. Chiediamo giustizia per suor Meena Barwa, violentata durante i massacri anticristiani del Kandhamal (2008, ndr), perché [la giustizia] cotinua a sfuggirci. Tutte queste violazioni contro le donne devono essere esaminate nell'interesse della società. La radice è la stessa: il disprezzo di Dio, che si manifesta in queste forme. La donna è diventata una merce, trattata senza rispetto ed eliminata. Le bambine vengono discriminate, in vita e ancora prima di nascere.
Tutto questo richiede un cambiamento di comportamento che va oltre la legge, oltre gli interessi personali, oltre l'autoconservazione, cercando sempre ciò che è meglio per gli altri. La pace autentica - Shalom -, la pace del Natale, la pace di Cristo, è benessere totale per il singolo, giusti rapporti con gli altri e con Dio, e una giustizia che metta la parola fine a qualsiasi logica di guerra e sfruttamento.
Ogni celebrazione di Natale afferma la nostra fede in Cristo, venuto per riscattarci da quei tormenti interiori che distruggono il nostro equilibrio di mente e cuore. Quando crediamo, portiamo Cristo nel mondo per agire in modo responsabile con le nostre famiglie, nel nostro lavoro e nelle relazioni con gli altri. Quando crediamo, portiamo Cristo nel mondo con generosità e compassione.
In questo Anno della Fede, mentre celebriamo il Natale, preghiamo per la nostra amata madre terra, le cui figlie soffrono, e preghiamo per la pace del Natale. La pace è tutto ciò che desideriamo. Non è vuoto desiderio. È una speranza, una speranza fondata sulla fede. Non vedremo realizzata la pienezza della pace fino a quando Cristo non tornerà alla fine dei tempi. Ma non possiamo aspettare quel giorno. Dobbiamo pregare e lavorare per la pace adesso. Quando crediamo, mettiamo al mondo Cristo.
In questo Natale, il vivere in modo coraggioso la nostra fede possa aiutarci a sperimentare la pace, la gioia e l'amore di Gesù bambino.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)