14/02/2017, 11.38
MYANMAR
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Card. Bo: Nel Myanmar in conflitto, solo Maria unisce “razze, religioni, lingue”

di Francis Khoo Thwe

Circa 100mila persone di tutte le religioni hanno partecipato al pellegrinaggio annuale al santuario mariano di Nyaunglebin. Per il card. Bo la Regina della pace è l’unica capace di compiere “il miracolo” dell'unità. L’invito alla preghiera per rendere “più pacifica questa nazione”. Le sei “giare” del Myanmar per sanare le ferite del Paese.

 

Yangon (AsiaNews) - In un Myanmar tormentato da sanguinosi conflitti etnici e confessionali - i musulmani Rohingya nello Stato occidentale di Rakhine, i cristiani Kachin nel nord - la Madonna è “la sola in grado di unire” persone “di tutte le razze, religioni, lingue”. È quanto ha affermato il card Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, a quanti hanno partecipato al 115mo pellegrinaggio annuale al santuario mariano di Nyaunglebin, nella regione di Bago, nel centro-sud. Rivolgendosi a circa 100mila persone di tutte le religioni, unite dalla devozione in Maria, il porporato birmano ha sottolineato che la madre di Gesù è l’unica in grado di compiere il “miracolo” dell’unità nel Paese.

Per il card. Bo questa manifestazione di “unità” che caratterizza il pellegrinaggio mariano è “un evento raro” e la pace che “voi oggi state sperimentato” non è un elemento comune per tutto il Myanmar. I conflitti negli Stati Kachin, Shan, Rakhine, prosegue il porporato, hanno generato “oltre 200mila rifugiati nella propria terra”. “Né il governo, né le Nazioni Unite - aggiunge - possono essere fonte di unità come lo è oggi la Madonna per tutti noi”.

“Quest’anno ci siamo riuniti per pregare la nostra Madre - ricorda il primo cardinale della storia del Myanmar - in un modo speciale: come Regina della pace. Dobbiamo pregare e chiederle di rendere più pacifica questa nazione”. Egli ricorda la situazione di Paesi vicini come la Cambogia e il Vietnam “oggi pacificati”, mentre “la nostra nazione, che pure è così ricca di risorse, vive da 60 anni un clima di guerra permanente. E non con stranieri, ma di fratelli contro fratelli”.

Per rispondere al clima di conflitto e violenze, la Chiesa cattolica del Myanmar ha deciso di dichiarare il 2017 “Anno della pace” e, con questo spirito, “voi siete venuti qui [al santuario mariano di Nyaunglebin] oggi per celebrare la pace”. Il porporato invita i fedeli a mettere da parte “preoccupazioni” e “ansia”, che rischiano di minare la serenità non solo nelle famiglie, ma anche a livello di società. “Preghiamo oggi - ha proseguito il card. Bo - perché la Regina della pace possa togliere l’ansia dalla mente di tutto l’esercito, dal governo e dai gruppi etnici”.

Infine, l’arcivescovo di Yangon ha elencato le sei "giare" del Myanmar, le quali possono sanare le ferite del Paese e restituire pace e convivenza: dello spirito; della giustizia; della democrazia; dello sviluppo; della riconciliazione, sulla quale fondare la ricostruzione del Paese; di una famiglia unita nell’amore, sul modello della Sacra Famiglia.

“La pace è la sola strada - ha concluso il porporato - e la pace attraverso la giustizia è oggi possibile. Bussate alle porte del paradiso. Lasciate che la Regina della pace, la nostra madre, interceda presso suo figlio Gesù affinché il vuoto della speranza possa essere colmato col vino della pace”.

 

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