Capi delle Chiese di Gerusalemme: In nome di Cristo risorto non boicottate gli aiuti ai palestinesi
Forte appello alla riconciliazione. Pesanti critiche per le scelte della comunità internazionale.
Gerusalemme (AsiaNews) - Un potente appello alla riconciliazione fra Israele e Palestina e una richiesta alla comunità internazionale di non boicottare gli aiuti per il popolo palestinese è stato lanciato oggi dai 13 patriarchi e capi cristiani di Gerusalemme con il Messaggio pasquale 2006.
Le chiese cristiane di Terra Santa ortodossi, armeni, maroniti, cattolici latini, copti, siriaci, anglicani e luterani celebreranno la Pasqua il 16 aprile o il 23 aprile. I capi delle chiese domandano ai propri fedeli che la vicinanza delle date sia un segno di maggiore solidarietà e di testimonianza comune della resurrezione di Gesù, in una "chiara sfida di amore verso tutti quelli con cui entriamo in contatto".
La situazione di violenza e di angoscia che si vive in Terra Santa, dove Gesù è vissuto, sembra mettere alla prova la fede nella sua resurrezione. "In questi giorni si dice nel Messaggio siamo di fronte a una via oscura, a un blocco della vita politica fra il nuovo governo israeliano e il nuovo governo palestinese".
I capi delle chiese esprimono alla comunità internazionale la loro disapprovazione per il boicottaggio degli aiuti al popolo palestinese. "Non si può boicottare un popolo già gravato da oppressioni e ingiustizie. La comunità internazionale è rimasta immobile e non ha fermato queste oppressioni; proprio questa paralisi ha generato la violenza, il terrorismo e le umiliazioni verso la dignità della persona". "Invece del boicottaggio continua il Messaggio pasquale noi chiediamo alla comunità internazionale di afferrare questa opportunità .per tentare di mettere fine alle sofferenze della nostra terra e dei suoi abitanti. Noi [vi] chiediamo di trasformare la nostra terra - dove la gloria e la voce di Dio sono apparsi all'uomo - in una terra dove splende la gloria dell'essere umano, liberato da ogni forma di oppressione e paura".
Un altro appello è rivolto alle autorità israeliane e palestinesi: "Se esiste una sincera volontà - si dice nel Messaggio sarete capaci e avrete forza di superare tutti gli ostacoli, per raggiungere sicurezza, pace, giustizia per tutti, palestinesi e israeliani". Rivolgendosi solo alle autorità israeliane si aggiunge: "Chiediamo alle autorità israeliane di riconoscere che le misure unilaterali sono un altro aspetto del conflitto e [creano] una permanente sofferenza per i due popoli. Per questo, con urgenza, chiediamo loro di prendere le misure giuste per liberare gli esseri umani, israeliani e palestinesi, e di guardare all'Autorità palestinese come un aiuto e un partner per costruire la pace, la cui edificazione non è impossibile". Nulla, nel documento si dice dell'atteggiamento dell'atteggiamento del nuovo governo palestinese verso Israele.
L'ultimo appello è per i cristiani del mondo intero, che "condividono" insieme a ai capi cristiani "la responsabilità della riconciliazione in questa Terra Santa, basata sulla verità, la giustizia, l'uguaglianza fra popoli e persone". "Avete fatto tutto il possibile si chiede nel messaggio per riportare giustizia e dignità agli esseri umani e ai credenti che vivono vicino ai luoghi santi, i luoghi alle radici della vostra fede e della redenzione del mondo intero?". I capi cristiani spingono i loro fratelli e sorelle di fede nel mondo a fare pressione sui loro governi ( "per far finire le sofferenze dei due popoli") e sui media dei loro paesi ("per portare vita, amore, fiducia fra i due popoli di questa terra"). E soprattutto, continua il Messaggio, "fatevi domande di continuo sul cosiddetto 'Muro di sicurezza o di isolamento', sui check-point, sulla distrutta dignità dell'essere umano in questa terra di Redenzione e di amore".
L'appello è firmato da Teophilos III, patriarca greco-ortodosso; dal patriarca latino Michel Sabbah; dal patriarca Torkom I Manooghian, armeno ortodosso; dal Custode di Terra Santa p. Pierbattista Pizzaballa; da mons. Anba Abraham, vescovo copto-ortodosso; mons. Swerios Malki Murad, arcivescovo siro-ortodosso; mons. Abouna Grima, arcivescovo etiope-ortodosso; mons. Paul Sayyah, arcivescovo maronita; Riah Abu el-Assal, vescovo anglicano; Mounib Younan, vescovo luterano; mons. Pierre Malki, vescovo siro-cattolico; P. Raphael Minassian, armeno cattolico; archimandrita Mtanios Haddad, greco-cattolico.
17/04/2019 10:12