Canti natalizi e preghiere per la giustizia e la pace dei bambini di Ho Chi Minh City
di JB. VU
Ogni sera i piccoli di una parrocchie percorrono le vie, circondati dalla folla. Uno studio sul peso che famiglia e ambiente hanno nella formazione dei giovani. L’influenza negativa di una società ove “la voce del potere sembra prevalere su quella della giustizia e della coscienza”, come ha scritto il vescovo di Vinh Long.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Ogni sera, nel tempo di Natale, centinaia di bambini tra gli 8 ed i 12 anni della parrocchia di Binh An Thuong, a Ho Chi Minh City, percorrono la Pham The Hien Street cantando melodie natalizie e pregando per la pace, la giustizia e la verità in Vietnam. Intorno a loro tanta gente, per lo più buddisti e animisti.
Di questi tempi, a Ho Chi Minh City i genitori affrontano il problema della educazione morale dei figli. Citando uno studio su “genitori ed effetti del’ambiente sui bambini in città”, Le, un insegnante delle superiori, dice ad AsiaNews che “su 150 intervistati, il 26% dice che le loro famiglie vivono in zone pacifiche, il 21,7% che sono in zone chiassose e litigiose; il 32,6% degli adulti si cura dei figli, il 19,6% che non se ne occupa. Così è l’ambiente di vita che ha molto peso nell’educazione dei bambini. L’opinione del 52,2% dei genitori è che se crescono in un ambiente buono, avranno migliore educazione. In caso contrario, i bambini sono colpiti dalle cattive abitudini degli adulti e dell’ambiente, come dire bugie, non comportarsi secondo giustizia, imbrogliare agli esami, usare titoli falsi, eccetera”.
“Abbiamo avuto – dice Hang, che è una consulente per genitori nell’arcidiocesi di Saigon - molte preoccupazioni per l’educazione morale dei nostri bambini nell’‘ambiente’. La nostra cura per i nostri bambini è solo un aspetto della realtà, le altre sono l’influenza delle cattive amicizie, i mali sociali, i cattivi esempi degli adulti, l’ingiustizia nella vita e le menzogne, che influiscono sul processo di sviluppo dei bambini”.
Questo, nel Vietnam di oggi, sembra non avere senso, se il vescovo di Vinh Long, mons. Nguyen Van Tan, dice “forse la mia voce oggi è solo 'tieng keu trong sa mac’ (‘una voce che grida nel deserto’, Mt 3:3), quando la voce del potere sembra prevalere su quella della giustizia e della coscienza, specialmente in un tempo nel quale le cose materiali rendono superate la moralità, la carità e la giustizia. Comunque, io debbo alzare la mia voce, così che le generazioni future non ci condannino come coloro che hanno occhi, ma non vedono, orecchie, ma non ascoltano, bocca, ma non osano parlare”.
Intanto, il tempo di Natale sta arrivando in tutto il mondo e per tutti, ma ci sono ancora molti, in Vietnam, che vivono tra ansie, minacce e discriminazioni dell’“ambiente”. Preghiamo per le sorelle, i preti i parrocchiani di Thai Ha, i genitori e i bambini della Chiesa vietnamita. Preghiamo per la casa delle sorelle della Congregazione di San Paolo, demolita dalle autorità di Vinh Long, che vogliono costruire un albergo. Le hanno cacciate, malgrado le suore lavorassero, pregassero e svolgessero attività sociale e pastorale a favore dei bambini orfani. Le autorità non hanno capito ed hanno giudicato male il lavoro delle suore, affermando che “per 31 anni hanno educato una generazione di giovani sfortunati ad essere una forza antirivoluzionaria da opporre alla rivoluzione per la liberazione del Paese”. Ma non è così. I cattolici vietnamiti lavorano e contribuiscono al pieno sviluppo umano dei bambini e dei giovani e per il Paese.
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