Campagna segreta contro i missionari cristiani: in tre mesi Pechino ne espelle più di 100
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha espulso o deportato oltre 100 presunti missionari da aprile a giugno, soprattutto di Stati Uniti, Corea del Sud, Singapore, Canada, Australia e Israele. La China Aid Association parla di una “campagna di espulsione di massa dei cristiani stranieri”, nome in codice “Tifone n. 5”, per “prevenire le attività missionarie di cristiani stranieri, prima delle Olimpiadi di Pechino nell’agosto 2008”.
Secondo la Caa le espulsioni sono avvenute soprattutto a Pechino e nelle regioni di Xinjiang, Tibet e Shandong. Dal solo Xinjiang sono state espulse 60 persone, alcune nella zona da 15-18 anni. A maggio sono state cacciate da Pechino almeno 15 coppie cristiane, soprattutto degli Stati Uniti. Il 31 maggio a Linyi (Shandong) sono stati arrestati un cittadino di Israele e uno degli Usa per avere partecipato a un incontro di preghiera con 70 leader delle Chiese domestiche. A Pechino il primo luglio sono stati arrestati tre cristiani degli Stati Uniti, poi costretti a lasciare il Paese senza nemmeno poter contattare la loro ambasciata.
Il ministro cinese degli Esteri ieri non ha rilasciato commenti. Susan Stevenson, portavoce dell’ambasciata Usa, ha ammesso che “c’è notizia di alcune deportazioni” ma non ha dato dettagli.
Gruppi cristiani di tutto il mondo hanno detto che intendono inviare migliaia di volontari per evangelizzare la Cina, approfittando delle Olimpiadi e in modo da aggirare i normali controlli. Gruppi evangelici hanno già approfittato delle Olimpiadi di Atene, Sidney e Atlanta per la loro opera missionaria.
Il governo cinese pretende di controllare le religioni e vuole che ogni attività avvenga nell’ambito delle organizzazioni religiose ufficiali controllate dal Partito comunista. Ogni attività religiosa autonoma è punita con multe e con il carcere. Ma decine di migliaia di cristiani cinesi svolgono comunque attività missionaria, come pure fanno molti cittadini stranieri che lavorano come insegnanti di inglese, operatori umanitari e uomini d’affari.
La Caa denuncia che quella attuale è la maggiore espulsione di missionari dal 1954, quando il governo cinese, giunto al potere nel 1949, cacciò tutti gli operatori religiosi stranieri.