Campagna governativa sollecita la carità, unica strada per costruire la società armoniosa
Un dirigente del ministero per gli Affari civili ha annunciato che il governo vuole arrivare ad ottenere 5 miliardi di euro di donazioni da ricchi e poveri, unica strada per aiutare ad equilibrare il crescente dislivello economico e sociale che colpisce il Paese.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le donazioni caritative cinesi dovrebbero raggiungere i 50 miliardi di yuan (circa 5 miliardi di euro) entro il 2010, per aiutare ad equilibrare il crescente dislivello economico e sociale che colpisce il Paese e costruire una “reale società armoniosa”. Lo ha annunciato un rappresentante del ministero cinese per gli Affari civili. Secondo Wang Zhenyao, direttore del Dipartimento disastri ed aiuto sociale del ministero, la campagna “che invita a donare” può far crescere un senso di benevolenza fra la popolazione, arrivando così a ridurre le tensioni fra “chi ha” e “chi non ha”.
Questi obiettivi, ha aggiunto, si possono raggiungere “solo incoraggiando a donare tutti i membri della società, non solo i ricchi. In questo modo la società diviene veramente più armoniosa: 50 miliardi di yuan sono un obiettivo che spinge alla solidarietà i cuori e questo è molto importante”.
Tuttavia, per far tornare la popolazione ad aver fiducia nei progetti caritatevoli il governo deve affrontare diversi problemi: uno fra tutti, lo scandalo finanziario che ha colpito alcuni anni fa il Progetto Speranza e l’appropriazione indebita di fondi destinati alla sicurezza sociale a Shanghai. Wang dice di “essere consapevole del problema. Quando la gente dona, è soddisfatta nel vedere che i soldi arrivano a chi ne ha bisogno e non nelle tasche di ufficiali pubblici corrotti. Come mai ora siamo arrivati a questa situazione? Perché mancano controlli adeguati che garantiscano la strada del denaro. Ora questo deve cambiare”.
Non cambia però la diffidenza del governo nei confronti delle Organizzazioni non governative che operano nel Paese. Nonostante questo invito a donare, infatti, Wang non si è pronunciato sulla destinazione o sull’uso dei fondi raccolti. Eppure, nel corso dell’Assemblea nazionale del popolo del 2006, Pechino promise una nuova regolamentazione, sgravi fiscali e minor controllo alle Organizzazioni non governative che svolgono attività di volontariato nel Paese.
L'attuale decisione rappresenta un importante cambio di rotta da parte di Pechino che, con oltre 50 milioni di disabili, 300 mila orfani, 150 mila senza fissa dimora, e 100 milioni di anziani, ha riconosciuto nel piano economico tracciato per il 2006 - 2010 di "aver bisogno delle Ong".
Finora queste organizzazioni possono operare in Cina solo se trovano un Dipartimento del governo che garantisca per loro davanti allo Stato. Proprio per questo esse vengono definite con il nome contraddittorio di “Ong organizzate dal governo”.
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